Marcia per la Pace a Pesaro, per chiedere disarmo, riduzione del debito, stop alla pena di morte

Hanno partecipato don Flavio Luciano e Mario Tretola della Commissione diocesana Giustizia e Pace

Pace Bandiera
(dal sito web www.controradio.it)

Anche la nostra Diocesi di Cuneo-Fossano e il nostro territorio - grazie a don Flavio Luciano e Mario Tretola della Commissione diocesana Giustizia e Pace - erano rappresentati alla Marcia nazionale per la Pace. Svoltasi l’ultimo giorno dell’anno 2024 a Pesaro, era organizzata da tante realtà associative: Pax Christi Italia, Libera, Acli, Azione Cattolica, Caritas Italiana, Agesci, Movimento dei Focolari e Ufficio Nazionale Cei per il sociale e il lavoro.

Il titolo “Rimetti a noi i nostri debiti: Concedici la tua Pace”, richiamava il tema del messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale per la Pace 2025. Un testo, quello di Francesco, estremamente ricco che è stato approfondito in un convegno di preparazione organizzato da Pax Christi il 30 e 31 dicembre. Vari esperti hanno dato corpo e senso alle parole ‘perdono, debito e disarmo’, aiutando a capire i gravi problemi delle nostre società e le grandi sfide che ci attendono per un mondo di pace. Parole che richiamano il Giubileo che da poco abbiamo iniziato.

Il Giubileo è una istituzione proposta dalle scritture ebraiche e cristiane che ha nel suo DNA una forte dimensione sociale. Si è detto con fermezza che se il tema della giustizia sociale non sarà centrale nelle nostre riflessioni, anche in relazione a quel cammino di conversione e riconciliazione personale a cui siamo invitati, il Giubileo non sarà vissuto in coerenza al vangelo e alle indicazioni del magistero, così chiaro nella Bolla di indizione di Papa Francesco.

Quindi anche noi in diocesi con varie attività, per tutto il 2025, insieme a celebrazioni, pellegrinaggi ed altro, porteremo avanti una riflessione sui tre temi posti dal Papa nel suo messaggio per la Giornata della Pace: la riduzione, se non proprio il totale condono, del debito internazionale, il disarmo, l’eliminazione della pena di morte. Tre temi che, tra l’altro, anche il presidente italiano Sergio Mattarella, nel suo messaggio di fine anno, ha fatto suoi, soprattutto quello del disarmo, denunciando, a proposito dell’aumento della spesa degli armamenti, la “cifra record di 2.442 miliardi di dollari”, il che significa “otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l'umanità”.

Nell’augurio finale ai partecipanti perché l’anno giubilare sia veramente vissuto nell’impegno di seguire l’annuncio del vangelo e, come “fecero i Magi al loro ritorno dall’incontro con il Bambino”, di cambiare strada, per “costruire la pace rimettendo i debiti e creando giustizia”, abbiamo fatte nostre queste splendide parole di don Tonino Bello, pronunciate in una sua comunità: “Cari fedeli, vorrei indire quest’anno giubilare aprendo la porta di bronzo non dalla parte della piazza come abbiamo fatto stasera, bensì dalla parte della chiesa. Sì, perché oggi il problema più urgente per le nostre comunità non è quello di inaugurare porte che si aprono verso l’interno degli spazi sacri… Il problema più drammatico dei nostri giorni è quello di aprire le porte che dall’interno del tempio diano sulla piazza. È di questa simbologia che abbiamo bisogno! Per far capire che l’intimismo rassicurante delle nostre liturgie diventa ambiguo se non si spalancherà sugli spazi del territorio profano. E per affermare che il rito, attraverso la testimonianza di chi vi ha partecipato, deve raggiungere i cortili, entrare nei condomini, sostare sui pianerottoli, e afferrare l’uomo nei cantieri del quotidiano”.

Buon anno a tutti noi.

Flavio Luciano