Nel documento di indizione del Giubileo 2025 Spes non confundit Papa Francesco invita ad “essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le reclusioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto”.
Un invito ad essere pellegrini di speranza inviati a riaccendere la speranza anche in chi ha sbagliato. Essa, infatti, è la molla che mette in moto il processo rieducativo dei carcerati affinché possano credere nella possibilità di riscatto da un passato di male e di sofferenze subite ed inferte e in un futuro di vita positiva di responsabilità e inclusione sociale. I due nonni d’Italia (Papa Francesco e Sergio Mattarella) nei loro interventi dei giorni scorsi hanno insistito perché si investa sulla speranza a partire proprio dal riconoscimento della dignità di ogni uomo come è riconosciuto dalla stessa Costituzione. Ogni cittadino, anche chi si macchia di crimini, conserva il diritto al riconoscimento della propria dignità e dei diritti umani fondamentali.
Perché questo avvenga e la speranza possa albergare nelle coscienze e fare crescere in umanità occorre che la comunità civile e religiosa assuma le proprie responsabilità e svolga direttamente i propri compiti attraverso l’accoglienza, la valorizzazione e sviluppando relazioni autentiche con le persone recluse. La celebrazione del Giubileo in carcere potrebbe essere una preziosa opportunità per iniziare un nuovo rapporto tra questi due mondi divisi da muraglioni di cemento e di pregiudizi.
Per venire incontro all’invito del Papa e dare concretezza alla speranza sabato 11 gennaio si terrà l’apertura del Giubileo nel carcere di Fossano. Questa celebrazione vuole essere un momento in cui la nostra Chiesa dimostra attenzione e premura verso persone che soffrono e stanno effettuando percorsi di recupero individuale e sociale. Vuole anche esprimere prossimità ai detenuti della comunità fossanese nello stesso spirito dell’incontro con cui Papa Francesco ha aperto la Porta santa nel carcere di Rebibbia, a Roma.
Programma
Alle ore 9,30, tutte le persone che lo desiderano si danno appuntamento davanti alla Concattedrale di Fossano. Da lì si procede verso il carcere S. Caterina con ingresso da viale Alpi. La prima parte della celebrazione si tiene alle 10 in un cortile interno. L’accesso è aperto a tutti. Successivamente un gruppetto di persone autorizzate entrerà nel carcere in rappresentanza di tutta la comunità.
Durante l’evento di apertura del Giubileo interno al carcere, chi lo desidera, in segno di vicinanza e di profonda fraternità, potrà tornare in Concattedrale per un momento di riflessione e preghiera. Conclusione prevista ore 11,30.