Che tempo farà nel 2025? Ce lo dicono le cipolle. Sono molti i metodi che un tempo, prima di barometri, satelliti, igrometri e gli altri strumenti tecnologici che vengono impiegati nella meteorologia, si utilizzavano per ipotizzare che tempo avrebbe fatto nell’anno successivo.
Dal seme di caco “letto” per capire quanto abbondanti sarebbero state le nevicate alle Calende, secondo le quali il meteo dei giorni presi di riferimento nel mese di dicembre sarebbero il riflesso di quello dei mesi successivi, ai tanti detti popolari come “Santa Bibiana, quaranta dì e ‘na smana”.
La previsione del tempo era indispensabile in campagna. A seconda dell’abbondanza o meno delle piogge, del rigore dell’inverno, della possibile siccità cambiava il tipo di coltura che sarebbe stata seminata o il periodo di semina.
A tenere viva una di queste tradizioni è il vottignaschese Chiaffredo Ambrogio che impiega il metodo delle cipolle.Un sistema che conosce da sempre, utilizzato dai suoi cugini e “affidatogli” nella trasmissione del sapere popolare perché non si perdesse.
“Innanzi tutto ci tengo a precisare che la mia è solamente una personale interpretazione: non ha nessuna presunzione di essere scientifica, né tanto meno precisa e determinante, ma rappresenta soltanto una tradizione perpetuata negli anni e che voglio continuare nel tempo - sottolinea Ambrogio -. C’è però da dire che, in effetti negli anni le previsioni si sono dimostrate parecchio attendibili. Un tempo in molte famiglie ci si ritrovava per confrontare i risultati e stabilire come procedere con le semine l’anno successivo, darsi dei consigli. Mi è stato trasmesso da un cugino con la richiesta di insegnarlo a mia volta a qualcuno affinché questa tradizione non si perda”.
Articolo completo su La Fedeltà del 15 gennaio
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