Andrà tutto bene. Lo si leggeva sui balconi con quella forza naif e potente dei disegni dei bambini. Per un po’ ci abbiamo anche creduto, ma non è andata esattamente così. Cinque anni fa iniziava la pandemia del Covid. Sembra che sia soltanto ieri e allo stesso tempo che sia una vita fa. Soltanto ieri perché alcuni strascichi ce li portiamo ancora dentro e addosso, e lo sanno soprattutto coloro che hanno perso i loro cari o hanno rischiato loro stessi di morire. Sembra sia invece passato un secolo per quanto siamo bravi a dimenticare, voltare frettolosamente pagina senza aver prima elaborato l’accaduto e ricavato un insegnamento da ciò che ci è successo.
Sono stati anni in cui fare i conti con la paura, sbattere il muso contro la nostra fragilità riportando i nostri deliri di onnipotenza alla reale impotenza di fronte a qualcosa più grande di noi. Anni che ci hanno obbligati al distanziamento, limitando ed evitando i contatti. Inizialmente e paradossalmente ci hanno fatto sentire tutti più vicini ed empatici e con il tempo poi divisi e incattiviti. La macchina sanitaria ha mostrato tutti i suoi limiti, ma con esempi di vero eroismo e abnegazione. Abbiamo capito che sulla Sanità pubblica servono investimenti importanti, risorse. Ma terminata l’emergenza siamo tornati ad un ordinario fatto di tagli, mancanza di personale, liste d’attesa.... Dopo tre anni, con le ossa rotte, il lutto nel cuore, e un mondo da far ripartire, anche dal punto di vista economico, una cosa sola sembrava essere chiara: l’importanza estrema della vita umana e il bisogno di difenderla, curarla, preservarla. Ma siamo bravi a dimenticare. Così come siamo bravi a distruggere la vita, con le armi.
Durante la pandemia nel linguaggio comune spesso si è fatto uso - a sproposito - di termini militari. Eravamo in guerra contro il virus, con i medici in prima linea, il coprifuoco… Quando il “nemico” comune, che pur nella tragedia ci faceva sentire tutti dalla stessa parte, è stato sconfitto, eccoci ritornare divisi. Come prima e in alcuni casi anche di più. E allora nuove o rinnovate tensioni e nuove (questa volta reali) guerre che si aggiungono a quelle che non si sono fermate mai neppure in pandemia. Se la domanda è: il Covid ci ha insegnato qualcosa sulla vita? La risposta è: poco o nulla.