Gli educatori, infatti, si impegnano da sempre nel reinserimento sociale degli abitanti della Casa e dimostrano una spiccata attenzione alla cura della formazione completa del singolo individuo, cui vengono forniti tutti gli strumenti per poter costruire in autonomia una nuova vita. Infine, dai racconti dei detenuti sono emersi anche altri elementi di riflessione, come l'importanza degli affetti familiari per il successo del percorso di rieducazione, la rapidità e facilità con cui si possa cadere nell'infrazione della Giustizia e, a volte, la lentezza di quest’ultima; infatti, talvolta, hanno raccontato i detenuti, il cedimento è improvviso e la condanna può arrivare anche molti anni dopo i fatti, quando la luce di una nuova vita sembrava ormai illuminare il percorso di ciascuno.
La visita è poi terminata con una piacevole degustazione di alcuni dei prodotti da poco regolarmente in vendita presso la Bottega Perla che rappresenta un esempio concreto del grande impegno attivo dei detenuti. L’incontro ha toccato corde importanti nelle studentesse e negli studenti che, infatti, hanno deciso, nei giorni seguenti alle visite, di scrivere pensieri e lettere da consegnare a questi preziosi narratori; i testi sono poi stati letti dalla classe quinta, ultima per ordine a visitare la Casa, e affidati alle educatrici.
Tramite la dirigente, le docenti del Dipartimento di scienze umane, hanno espresso soddisfazione per il buon esito dell’iniziativa, evidenziando l’importanza di queste iniziative nell’educare studenti e studentesse a riflettere criticamente sulla realtà che li circonda per comprenderne tutte le sue sfaccettature - anche quelle apparentemente così lontane da noi - e, parafrasando Papa Francesco, a costruire ponti, laddove sembra ci siano solo muri.
Gli allievi della 5ªB e delle 4ªA, B, C del liceo delle Scienze umane