The Alto Knights – I due volti del crimine

The Alto Knights I Due Volti Del Crimine

di Barry Levinson; con Robert De Niro, Debra Messing, Cosmo Jarvis, Kathrine Narducci, Michael Rispoli, 2025, Usa, durata 120 minuti.

Che cos’è che conta di più nella realizzazione di un’opera? Il coraggio incosciente e la freschezza della giovane età? Oppure la sicurezza che ci è data dall’esperienza e dalla maturità?  Molti di noi, forse tutti, risponderebbero in termini aristotelici sostenendo che servono entrambi poiché “in medio virtus stat”. E probabilmente così è, tuttavia in questo “The Alto Knights - I due volti del crimine” (dove l’unica cosa che non quadra forse è il titolo) sembra sia proprio quest’ultima a prevalere per un film che fa dell’esperienza - autoriale, attoriale e visiva - un suo ineludibile punto di forza. Infatti, tutto nel film di Levinson sembra essere il risultato, o il succo se volete, del molto a cui gli autori e attori nel tempo si sono dedicati. Il regista Barry Levinson ha firmato alcune delle regie più importanti e significative degli ultimi decenni, dal premio Oscar “Rain Man” a “Good morning Vietnam” da “The sleepers” a “Piramide di paura”; lo scrittore Nicholas Pileggi ha realizzato (tra le altre) le sceneggiature di “Casinò” e “Quei bravi ragazzi”, Dante Spinotti come direttore della fotografia ha creato le immagini di film come “L’ultimo dei Mohicani”, “Heat” e “L’uomo delle stelle” e Robert De Niro, beh… cosa vogliamo aggiungere… De Niro è  De Niro. Ora, in qualche modo “The Alto Knights” sembra essere il frutto di tutto ciò, il condensato, narrativo e visivo, di tutta questa esperienza.

Storia di mafia e di amicizia, il film di Levinson è infatti un interessante spaccato dell’universo mafioso e della società italo-americana degli Anni ’50 e’60 del Novecento, qualcosa a metà strada tra il saggio antropologico (stupende le foto e le immagini di archivio degli immigrati italiani di inizio ‘900) e il racconto di intrattenimento, perché dell’uno ha la precisione e dell’altro la forza. Nelle due ore di “The Alto Knights” c’è molto, forse tutto ciò che il mondo mafioso rappresenta (e, attenzione la mafia non è nient’altro che uno dei volti del capitalismo selvaggio, non dimentichiamolo), c’è la corruzione della politica, c’è la violenza negli affari, c’è l’inganno nelle relazioni amicali e affettive, c’è tutto questo e molto di più. De Niro giganteggia nell’interpretare contemporaneamente i due boss della malavita Frank Costello e Vito Genovese - diplomatico e intelligente il primo, sanguigno e irruento il secondo - a cui gli altri interpreti, a cominciare da Debra Messing (Bobbie, la moglie di Costello) sanno dare il giusto appoggio. Si racconta di un mondo, quello della mafia, in apparenza a noi lontano ma in realtà più vicino di quanto si possa pensare e Levinson lo fa in modo impeccabile. Da vedere.