Nel 2024 meno incidenti sulle montagne piemontesi

Il Soccorso alpino piemontese durante un'esercitazione

In un anno 1.916 “eventi di soccorso” gestiti, 1.437 missioni di soccorso effettuate e 1.646 persone soccorse. In cifre, si presenta così il 2024 del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) del Piemonte, a cui sono affidate, per legge, “le attività di soccorso e recupero degli infortunati in montagna, in ambiente ipogeo e in terreno impervio”. Nella nostra regione, il gruppo effettua le attività di soccorso sanitario in convenzione con l’Azienda Zero della Regione Piemonte.

Dopo i numeri straordinari emersi nel 2023, il 2024 ha fatto registrare un calo nelle richieste d’aiuto, dovuto molto probabilmente alle condizione meteorologiche: nell’anno che è stato il più piovoso dal 1977 secondo le statistiche disponibili, molti escursionisti sono stati spesso costretti a rinunciare a gite “in quota” e, di riflesso, sono diminuiti gli incidenti. La battuta d’arresto, in ogni caso, non è tanto marcata da segnare una frattura nel trend che si è affermato dopo il 2020: negli anni che seguono la pandemia di Coronavirus - e i lockdown introdotti dal Governo - la frequentazione delle terre alta continua ad essere marcata.

Nel 2024, le chiamate gestite dai tecnici della Centrale operativa sono state 1.916, contro le 2.181 del 2024.  “Oltre al miglioramento delle infrastrutture telefoniche mobili che consente di effettuare una chiamata di emergenza anche dalle aree più remote della regione e alla sempre più radicata abitudine a rivolgersi ai numeri telefonici d’emergenza, occorre segnalare che aumentano gli allarmi lanciati tramite applicazioni per smartphone tra cui Georesq sviluppata dal nostro Corpo e tramite device come smartwatch”, spiegano dal Cnsas. C’è stato anche un aumento di false chiamate: in totale 72, “risultanti principalmente da allertamenti automatici non verificabili”.

A partire dalle chiamate, sono state 1.437 le missioni effettuate, 92 in meno rispetto al 2023. “Gli interventi di soccorso alpino - continuano dal Cnsas - vengono condotti in due modi: con il supporto dell’eliambulanza del Servizio regionale di Elisoccorso, o esclusivamente dalle squadre a terra. Nel 2024, l’elicottero è intervenuto nel 68% delle missioni segnando una diminuzione rispetto all’80% del 2022 e al 72% del 2023. Il contributo generale offerto dalla presenza delle squadre a terra rimane fondamentale se si considera il dato delle persone soccorse, che nel 47% dei casi vengono recuperate soltanto via terra, senza l’ausilio degli elicotteri. La diminuzione dell’operatività degli elicotteri trova una spiegazione, nuovamente, dal confronto con i dati meteorologici: i velivoli sono in grado di operare sostanzialmente con bel tempo”.

Nel 2024, il Cnsas piemontesi ha recuperato 1.646 persone (1.793 nel 2024): 555 gli illesi, 1.017 i feriti e 72 deceduti.

Secondo l’analisi del Cnsas, “le principali cause di infortunio in montagna sono le cadute (49%) seguite dai malori (15%), e riguardano gli uomini nel 75% dei casi e le donne nel 25%. Il 94% delle persone soccorse praticava attività del tempo libero, contro il 4% di residenti in montagna e il 2% di persone infortunatesi in terreno impervio per lavoro”. In nessun caso sono state applicate le spese di compartecipazione che una legge della Giunta regionale prevede in alcuni casi, ad esempio se la chiamata è dovuta a un comportamento dell’escursionista giudicato “non responsabile”.

In provincia di Cuneo, il Cnsas conta sulla Delegazione Monviso Saluzzo (84 operatori tecnici), la Alpi Marittime (99 operatori) e la Mondovì (95).