In continuità con quanto si era vissuto a gennaio nella casa di reclusione di Fossano, uniti idealmente dall’ancora realizzata dai detenuti là presenti, è stato molto significativo il Giubileo del carcere di sabato 12 aprile a Cuneo. Non solo Giubileo dei detenuti, ma del Carcere in quanto ciò che si trova dall’altra parte dello Stura è un “paese”.
Ogni giorno, oltre alla popolazione residente dei reclusi si aggiunge un bel manipolo di agenti di polizia penitenziaria, di persone vocate all’Amministrazione penitenziaria (direttore, educatori…), cappellano, volontari e volontarie che si alternano nell’assistenza e nel supporto ad attività riabilitanti.
Molto efficace la testimonianza di Max che, dopo la detenzione nel difficile percorso di recupero, ha trovato la compagnia di persone che l’hanno aiutato a riabilitarsi: ora lavora nella panetteria del carcere e insegna ad altri detenuti il mestiere.
Vite al rallentatore quelle dei reclusi: porte che si aprono e si chiudono per i passaggi da un ambiente all’altro; in attesa non solo della libertà ma pure di un sostegno per imparare un mestiere o una lingua (molta popolazione carceraria a Cuneo è straniera!), per un colloquio con un volontario al fine di trovare una soluzione ad un problema contingente; o ancora l’attesa di un momento di preghiera nella propria tradizione religiosa.
Ma sabato è stato qualcosa di più…
Articolo completo su La Fedeltà del 16 aprile
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