Chi è stato papa Francesco per Domenico Agasso, vaticanista con origini piemontesi. Un giornalista che l’ha raccontato lungo tutti i continenti, che ha scritto su di lui libri e tante interviste.
Ad una manciata di ore dalla morte di papa Bergoglio a 88 anni, Agasso lo tratteggia come “il Papa della gente e delle sorprese”, capace di stupire e incantare con la sua semplicità genuina. Un magistero vissuto con al centro la vicinanza, la tenerezza, il dialogo con tutti, cattolici e no, credenti e non credenti. Ma soprattutto accanto ai poveri, agli ultimi. Un Papa che in questi anni ha lavorato per una Chiesa capace di condividere le responsabilità con i laici e le donne, missionaria per “le periferie geografiche ed esistenziali”.
Ricorda Agasso che nel 2023 alla Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona affermò: “Nella Chiesa c’è posto per todos, todos, todos (tutti, tutti, tutti). “Credo sia la più grande sfida che Francesco lascia in eredità al suo successore”, afferma il giornalista.
Sono stati tanti gli incontri a Santa Marta, per Agasso “il ricordo più bello è quando sono andato con la mia famiglia, i miei gemelli con i quali lui ha parlato a lungo, da nonno. I bambini (8 anni) si erano preparati 3 domande a testa, poi la conversazione è stata molto più lunga ed approfondita con aneddoti di gioventù, curiosità sulla vita del Pontefice, io e mia moglie ci siamo trovati spettatori di un dialogo che è continuato spontaneo. Da quel giorno ogni volta che lo incontravo e soprattutto sull’aereo papale la prima cosa che mi chiedeva era sempre “e i gemellini come stanno?”.
“Mi ha insegnato la leggerezza salutare”, ammette il giornalista. “L’ho visto in momenti in cui era sotto attacco per provvedimenti presi o affermazioni che aveva esternato e lui era serenissimo, si concentrava sui suoi obiettivi, era cosciente che il Papa ha compiti unici al mondo e riusciva sempre a non farsi schiacciare a restare più alto degli attacchi. La sana leggerezza che non è superficialità”. Un altro insegnamento con cui Agasso si è subito trovato in sintonia è l’allegria, per entrambi un valore della vita.
Papa Francesco ha compiuto 47 viaggi apostolici durante il suo pontificato, visitando 66 paesi diversi. Tra questi per il vaticanista quello più incredibile è stato in Indonesia, Papa Nuova Guinea, Timore Est, Singapore. Il viaggio più lungo del pontificato intrapreso nel 2023, quando lui aveva già 87 anni e si avvicinava agli 88. Quello più sorprendente è stato l’Iraq, “siamo andati con delle cellule dell’Isis ancora attive, ma l’immagine iconica è quella in Canada sul Lago di Sant’Anna, il primo viaggio in carrozzina, c’è un’immagine scattata nel giorno di sant’Anna che univa la cattolicità con la religiosità degli indigeni: lui da solo che prega in carrozzina a pochi metri dall’acqua”.
Nessun rimpianto per domande non pronunciate per il giornalista. “In tutte le interviste e nei libri che ho realizzato e curato tutte le domande che volevo fargli le ho fatte. Solo una cosa su cui non si è mai riusciti ad arrivare ad una interpretazione solida, e vale per tutti i vaticanisti e gli osservatori, è il motivo per cui non ha voluto tornare in Argentina. Ma non è una domanda che non ho potuto e voluto fargli. Lui ha voluto che rimanesse un punto interrogativo”.
Chiara Genisio