“Ci sono due coccodrilli e un orango tango, due piccoli serpenti e l’aquila reale, il gatto, il topo, l’elefante. Non manca più nessuno... solo non si vedono i due unicorni”. Chi non ha mai cantato questa filastrocca da bambino? Entrando nel giardino della casa di Giorgio Giacardi a Trinità si ha subito l’impressione di essere in una sorta di arca di Noè o, per meglio dire, l’arca di Giorgio. Certo, non ci sono coccodrilli od orango tango, ma un nutritissimo gruppo di pennuti: dalle galline più comuni come le bianche di Saluzzo alle affascinanti Phoenix, nelle varianti oro, rosso e argento, quelle da cui si prendono le piume per i cappelli dei bersaglieri; dall’onagadori giapponese, la cui coda arriva a misurare anche oltre un metro, al cemani, il gallo sacro cinese completamente nero, compresa la lingua e la carne. Ci sono poi fagiani, anatre, oche, tartarughe di terra, bengalini, carpe e naturalmente la regina di casa, Micia, oltre a un pastore maremmano e quattro Shiba Inu, la variante più piccola dell’Akita Inu.
Articolo completo su La Fedeltà del 16 aprile
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