Don Marco Gallo è il nuovo direttore dell’Istituto Superiore di Liturgia di Parigi. 47 anni, della diocesi di Saluzzo, è molto conosciuto e apprezzato in provincia di Cuneo (e ben oltre i suoi confini) come docente ed esperto. Ha completato la sua formazione a Fossano, poi a Roma dove nel 2009 ha conseguito il dottorato al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Da diversi anni è un apprezzato docente di liturgia e sacramenti a Fossano (Istituto superiore di Scienze religiose e Sti) e a Torino, oltre a essere professore ospite presso l’Istituto Giovanni Paolo II di Roma. Dal 2018 dirige la Rivista di Pastorale liturgica e, dal 2022, è vicepresidente dell’Associazione docenti di Liturgia italiani. Ha sempre cercato di conciliare la ricerca e l’insegnamento con un concreto impegno pastorale, convinto che la riflessione teologica non può essere disgiunta dalla vita delle comunità.
“L’Institut Supérieur de Liturgie (Isl) è stato il primo centro di formazione e ricerca sulla liturgia a nascere in Europa, nel 1956 - commenta don Gallo -. Prima del Concilio, prima della riforma, qui si sono poste le basi per riflettere e studiare i riti cristiani, il loro rapporto con la fede, la vita e la società. Non è un segreto che il rapporto con la liturgia è oggi fortemente in crisi. Eppure, essa è un tale tesoro! Per questo, quando mi è stata proposto di dedicarmi a tempo pieno a questo istituto, mi sono molto interrogato. Lascio con dolore le parrocchie e le persone con cui vivo, in particolare don Luca e don Claudio Margaria con i quali condivido una vita fraterna intensa. Ho paura della responsabilità che mi è chiesta. Ma sono felice di potermici dedicare a tempo pieno, con passione e determinazione”.
Don Gallo farà trasloco il 28 luglio, dopo i campi parrocchiali e l’estate ragazzi, appena in tempo per partecipare al convegno dell’associazione mondiale ed ecumenica dei liturgisti, che si terrà a Parigi quest’estate proprio nel campus dell’Isl. “Vivrò in una parrocchia (Saint Germain des Prés) vicina all’università - aggiunge -, ma, almeno all’inizio, lavorerò a tempo pieno come docente e direttore, pochissimo nella pastorale”.
“Che i miei colleghi francesi abbiano chiesto a un italiano di ricoprire questo ruolo per la prima volta è per me un segno di apertura, stima e fraternità”. “Ma - conclude il neo direttore dell’Isl - vado per tornare, perché vedo bene che questo è un tempo di penuria severa di preti. E perché amo la nostra terra e la diocesi di Saluzzo. Ma vado anche perché la Chiesa è cattolica, universale, profezia di un’umanità unita”.