A Fossano è emergenza abbandono cuccioli: l’allarme del canile

"Ogni giorno affrontiamo una realtà che non dovrebbe più esistere: nel 2025 ci ritroviamo ancora a raccogliere cucciolate intere abbandonate come fossero rifiuti". È colma di sdegno la lettera che il Canile Rifugio 281, convenzionato con diversi Comuni del Monregalese, con Mondovì e Fossano, ha inviato alla redazione del nostro settimanale: "non possiamo più restare in silenzio", scrivono. E spiegano: "L’episodio più drammatico è avvenuto il 7 settembre, quando sei cuccioli di appena ventiquattr’ore di vita sono stati chiusi in un sacchetto di nylon e lasciati a Mondovì. Senza l’intervento tempestivo del canile, non avrebbero avuto scampo. Ma purtroppo non è stato un caso isolato".

In poco più di un mese, infatti, al Canile Rifugio 281 sono arrivati 14 cuccioli, "quattro provengono da Fossano e dall’Unione del Fossanese, uno è arrivato da Lisio; e da Mondovì ne abbiamo accolti addirittura nove, tra cui i sei appena nati trovati nel sacchetto".

Sono numeri che parlano da soli e che dimostrano come l’abbandono dei cuccioli resti un problema gravissimo, nonostante le campagne di sensibilizzazione e l’obbligo di legge di identificare e microchippare i cani.

Ma c’è un altro aspetto che non si può ignorare e lo spiegano bene i volontari del 281: "Ogni volta che in canile entrano nuovi cuccioli, i cani adolescenti e adulti già ospitati finiscono in secondo piano. Le famiglie scelgono quasi sempre i più piccoli, lasciando indietro animali di 9 mesi, un anno o più, che vengono ingiustamente considerati troppo grandi”. Questo crea un circolo vizioso che condanna decine di cani a una lunga permanenza dietro le sbarre, spesso senza colpa se non quella di non essere cuccioli.
"Non bisogna dimenticare che mantenere questi animali ha un costo elevato, in termini economici e di lavoro. E quei costi, alla fine, ricadono sulla collettività. Abbandonare cucciolate invece di sterilizzare significa compiere un atto crudele verso gli animali, ma anche irresponsabile nei confronti della società civile.
Il nostro appello è chiaro: servono più controlli sul territorio, affinché venga rispettato l’obbligo del microchip. Serve più consapevolezza, perché sterilizzare non è una scelta di comodità, ma un atto di responsabilità e civiltà.
Il Canile Rifugio 281 continuerà a fare la propria parte, ma non possiamo più accettare che nel 2025 si parli ancora di cucciolate abbandonate come se fosse normale".