Alpi acque, Balocco: “La quota di Fossano non ha più valore”

L’ex sindaco punta il dito, in Consiglio comunale, sull’«effetto collaterale» della trattativa per la pubblicizzazione

Francesco Balocco in Consiglio comunale

Alpi acque è diventata lo scorso anno una società interamente pubblica. E da questa primavera, pur mantenendo la propria autonomia operativa, è entrata a far parte, della società consortile pubblica Cogesi che sarà chiamata a gestire il servizio idrico per tutta la provincia. È l’esito per il quale il centro-sinistra fossanese si è battuto a lungo, contestando le iniziali titubanze dell’Amministrazione Tallone.  

Francesco Balocco, ex sindaco di Fossano, è convinto tuttavia che la trattativa per arrivare ad un traguardo di per sé condiviso (la pubblicizzazione di Alpi acque) non sia stata ben condotta dall’Amministrazione Tallone, e che abbia prodotti effetti disastrosi dal punto di vista economico per Fossano, il socio che deteneva la maggioranza delle azioni pubbliche della Società mista, ovvero una quota pari quasi al 33% del totale, oggi raddoppiata per effetto della liquidazione di Egea (che aveva il 49%) e della ripartizione della sua parte fra tutti i soci pubblici.

Lo aveva detto a fine 2024, prima dell’ultimo sì pronunciato dal Consiglio comunale all’ingresso di Alpi acque in Cogesi, lo ha ribadito lunedì 29 settembre in occasione del voto sul bilancio consolidato, che nel suo caso - come per tutti i consiglieri di opposizione - è stato contrario.

Attualmente - ha ricordato - il patrimonio netto di Alpi acque ammonta a 14,8 milioni di euro. Era di 18 milioni, ma la liquidazione di Egea lo ha decurtato di 3,3 milioni. Di conseguenza, si è ridotta anche la quota in mano a Fossano, da 12 a 9,5 milioni. “Una cifra (comunque) considerevole - ha commentato -. Ma non utilizzabile dal Comune di Fossano, né oggi né mai, perché le regole imposte da altri e da noi accettate non ci permetteranno di recuperarla”. Questo perché in una Società interamente pubblica, come quella che è andata a delinearsi, nessuno avrà interesse ad acquistarle. Per questo - a suo giudizio - Fossano avrebbe dovuto far valere preventivamente la sua condizione di socio di maggioranza, con l’obiettivo di diluire la sua quota tra gli altri soggetti pubblici, Provincia di Cuneo in testa, facendosene pagare il valore di mercato.

Un’operazione ardita, in un contesto in cui la pubblicizzazione già stentava a decollare vuoi per le resistenze del privato, vuoi per quelle di alcuni Comuni che ne spalleggiavano (del privato) la battaglia. Ma che per Balocco si poteva, anzi si doveva tentare, mettendo sul tavolo le condizioni di Fossano: “È una questione complessa, che l’opinione pubblica non coglie in modo preciso - ha detto -. Ma è un dato di fatto. È una scelta che non avete gestito con (la dovuta) attenzione. La Provincia e gli altri Comuni dell’Ato ci hanno turlupinato”.

Nessuna replica dalla maggioranza, nelle cui fila non c’era il consigliere Giorgio Bergesio. Co-fondatore di Alpi acque, era stato lui a ribattere, a fine dicembre, alle obiezioni di Balocco. In quell’occasione, con una riflessione uguale e contraria, aveva sostenuto il valore - non più economico, ma politico - del 64% delle quote, che “daranno a Fossano la possibilità di tutelarsi da una posizione di forza e di verificare che cosa si deciderà nella Società pubblica”. I prossimi sviluppi ci diranno (forse) chi avrà avuto ragione.