La Sala del commiato che Fossano non ha

La minoranza: “È un servizio di civiltà”; il sindaco: “La faremo”

Il tempio crematorio di Magliano Alpi

Una Sala del commiato, un luogo alternativo al funerale in chiesa per porgere l’ultimo saluto al defunto con letture, musica, discorsi. Il primo a chiederla era stato, a settembre 2023, il consigliere comunale Enzo Brizio. Poi, entrambi i candidati sindaci, Dario Tallone e Francesco Balocco, l’avevano inserita nel loro programma elettorale. Da allora, non è stato compiuto alcun passo. 

“Dobbiamo prevederla e la faremo - dice il sindaco Dario Tallone -.  Stiamo cercando di individuare i locali dove poterla collocare”. 

Nell’attesa, per chi si è trovato nella necessità, a Fossano non c’è una risposta, se si escludono circostanze eccezionali come lo sono state quelle per la morte dell’archivista storico Luca Bedino (ricordato con una cerimonia nel cortile del Castello) o dello stesso consigliere Brizio (ricordato con una cerimonia in Sala Rossa). È il motivo per cui la si cerca fuori Comune, avvalendosi nella maggior parte dei casi dei templi crematori di Magliano Alpi e di Bra, che usufruiscono di una sala del genere, a patto, ovviamente di scegliere il rito della cremazione. 

Interpellata al riguardo, Mirella Brizio rilancia - per conto della minoranza consiliare - sull’«opportunità che il Comune di Fossano individui una struttura, per chi non vuole andare in chiesa”, come “servizio di civiltà”, senza indicare il posto, ma limitandosi a sostenere che sia “accessibile e adeguato”. 

Diverse dalle Sale del commiato sono invece le Case funerarie, che hanno lo scopo di ospitare il defunto in attesa della cerimonia funebre. Laddove sono nate - a Bra, Alba o Saluzzo -, sono frutto dell’iniziativa privata di onoranze funebri, che hanno scelto di investire risorse (piuttosto significative, dati i requisiti igienico-sanitari richiesti dalla normativa) e impegnare tempo (quello che occorrerebbe dedicarvi per tenerlo aperto 7 giorni su 7) per fornire questo servizio. A Fossano, al momento, non ce ne sono. La conseguenza è che chi non vuole tenere la salma in casa può far conto sull’ospedale di Fossano (dove c’è un solo posto a disposizione) o, anche in questo caso, guardare fuori città, agli ospedali di Savigliano e di Cuneo, a meno di essere ospite residente in Casa di riposo (che - come prescrive la normativa - ha titolo per accogliere soltanto i residenti). 

Per Mirella Brizio, peraltro, “il Comune dovrebbe farsi carico, nei limiti delle sue competenze, anche di promuovere l’apertura di questo servizio, attivando una convenzione con privati e con l’Asl per l’utilizzo di locali dell’ospedale oggi vuoti o mettendo a disposizione, sempre in convenzione con privati, locali eventualmente disponibili collegati alla Sala del commiato”.

Ipotesi, per ora, che rimangono senza risposta, ma che testimoniano l’emergere di nuove esigenze in un mondo che cambia molto in fretta. 

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