di Riccardo Milani; con Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Giuseppe Ignazio Loi, Geppi Cucciari, Pietro Ragusa, 2025, Italia, durata 118 minuti.
Film di apertura alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma (Fuori Concorso, sezione Grand Public) “La vita va così” di Riccardo Milani è una commedia agrodolce che con ironia e coraggio affronta il complesso rapporto tra tutela ambientale e lavoro, tra bellezza naturale e povertà materiale, tra il desiderio di preservare e la necessità di sopravvivere.
Tutto ruota intorno al personaggio di Efisio (Giuseppe Ignazio Loi), un cocciuto e integerrimo pastore sardo che dinnanzi all’offerta milionaria di una società immobiliare per l’acquisto della sua modesta casa e annessa spiaggia risponde con un lapidario “no!”. La casetta di Efisio appartiene alla sua famiglia da generazioni e lui non ha alcuna intenzione di cederla “ai milanesi” che vogliono edificare in quell’area un esclusivo resort cinque stelle.
Al contrario Giacomo (Diego Abatantuono) presidente dell’impresa costruttrice, pensando che tutto abbia un prezzo, è convinto che presto o tardi il pastore dovrà farsi da parte. Ed è intorno a questo nucleo narrativo che il film prende corpo, tra la resistenza di Efisio e l’insistenza di Giacomo. Il primo sembra un vecchio e saggio samurai, sa che la bellezza dei luoghi (e delle persone) è fragile e basta un nulla per infrangerla. Il secondo che, peccando di “hubris” / tracotanza sottovaluta l’avversario, attraverso i suoi collaboratori le proverà davvero tutte con Efisio, prima offrendogli cifre da capogiro e poi mettendogli contro l’intero paese di Bellesamanna, puntando sul ricatto del lavoro che il suo villaggio potrebbe garantire all’intera comunità.
Ora, nonostante l’asprezza del confronto e la profondità del tema, Milani riesce tuttavia a conservare un tono leggero nel raccontare, grazie soprattutto ai personaggi di Francesca (Virginia Raffaele), la figlia di Efisio, e Mariano (Aldo Baglio) il capocantiere, ironici nell’approccio e nell’interpretazione (più la prima del secondo in realtà) che ben si abbinano alla schietta e genuina semplicità di Efisio, che in un breve dialogo con la figlia riesce a riassumere tutto il senso della sua vita (e del film): “sai perché questa spiaggia è bella?” chiede Efisio alla figlia “perché è di tutti”. Già, certe cose sono e devono restare di tutti.
La vita va così. Buona visione.
























