“Un numero cospicuo di utenti si presenta allo Sportello del cittadino per chiedere la fornitura dei sacchetti, lamentando il mancato riconoscimento/identificazione del codice a barre da parte del lettore ottico del distributore”. È quanto segnalano, in una interrogazione a risposta scritta, i consiglieri di opposizione Mirella Brizio, Simona Ballario, Francesco Balocco, Lorenzo Cassine, Simone Chiapello e Paolo Lingua. Il riferimento è a un apparente malfunzionamento delle tre “postazioni automatiche” - in piazza XXVII Marzo, in piazza Dompè e a cascina Sacerdote - che consentono ai residenti titolari di Tari di prelevare i sacchetti per la raccolta differenziata dei rifiuti attraverso il codice a barre della tessera sanitaria.
Ha risposto, in vista del Consiglio comunale dello scorso 7 novembre, l’assessore all’Ambiente Giacomo Pellegrino, illustrando i possibili casi in cui non avviene il riconoscimento del codice.
Più volte, la causa sarebbe l’«errato comportamento dell’utente» che, dopo aver avvicinato la tessera sanitaria, non dà alla macchina il tempo di leggere il codice a barre: l’operazione, eseguita nuovamente “con calma” e “verificando che la croce di luce rossa generata dal lettore ottico punti il codice a barre sulla tessera”, avrebbe esito positivo.
Può capitare, inoltre, che la tessera sanitaria sia danneggiata, “anche in modo impercettibile”: in questo caso si può tentare di rimediare facendo leggere alla macchina il codice presente sul retro della Carta d’identità elettronica, ovviamente se si è in possesso di quest’ultima. In ogni caso, è possibile rivolgersi agli uffici comunali per la creazione di un codice a barre, da stampare o mostrare alla macchina tramite lo smartphone.
È possibile, poi, che l’utente non sia residente, non sia titolare di Tari (ad esempio perché abita in un appartamento ammobiliato) o, ancora, non sia in regola con il pagamento della tassa stessa.
Se invece l’utente ha esaurito il numero di sacchetti assegnati per l’anno in corso, la macchina lo comunica con un messaggio esplicito: in questo caso, è necessario rivolgersi agli uffici comunali.
Può succedere infine che la macchina non riconosca il codice a barre perché l’utente ha acquisito la residenza dopo il novembre del 2024: si tratta, in questo caso, di un problema nella gestione dei dati a cui il Comune sta cercando di porre rimedio, in sinergia con il consorzio Csea.
























