Il Presidente Mattarella all’Arsenale della Pace

Ultima tappa della trasferta torinese del Capo dello Stato

La potenza dell’amicizia che supera ogni divisione, che alimenta  la felicità e aiuta a costruire la pace. Un pensiero profondo nato dal dialogo bello, diretto e potente tra i bambini e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Uno scambio di domande e risposte avvenuto lunedì pomeriggio all’Arsenale della Pace di Torino, sede del Sermig, ultima tappa della trasferta torinese del Capo dello Stato. Un luogo dove si sente accolto in amicizia e dove torna con gioia. “Vorremmo regalarle momenti di serenità e felicità - ha annunciato Ernesto Olivero, fondatore del Sermig - per questo abbiamo scelto i bambini che sono il nostro futuro”. E i bambini che frequentano l’asilo dell’Arsenale, un poco emozionati, hanno subito coinvolto il presidente con domande dirette senza filtri. Come Ilias, nata a Torino e con genitori marocchini, che ha domandato: “Grazie per la sua amicizia, noi bambini dell’Arsenale ci stiamo impegnando per fare vincere finalmente la pace e i sorrisi. Che consiglio ci può dare?”. Il presidente ha replicato: “Mi sento parte di questa comunità. L’amicizia  è una cosa molto importante, nessuna persona nasce per essere sola. Una grande rete di amicizia nel mondo rende migliore la vita di tutti”. La domanda di Deborah, ha lasciato senza parole: “I miei genitori sono ghanesi, vorrei essere italiana, anzi sono italiana. La guerra è tanto triste, io conosco un bambino che è appena arrivato dalla Siria. La sua casa è stata distrutta da una bomba e suo papà è morto. È molto arrabbiato e ha tanta paura, ogni volta che sente parlare della guerra, scappa dalla classe. Cosa possiamo fare per aiutarlo? Perché, nonostante tanti bambini stiano così male, i grandi non capiscono?”. Mattarella ha invitato i bambini ad aiutarlo, perché “recuperi la sua freschezza”. “La guerra è irrazionale - ha ribadito - nel mondo degli adulti ci sono delle barriere anche mentali, dei pregiudizi, ostilità preconcette prive di senso. Voi bambini dovete aiutare i grandi ad abbattere queste barriere e dovete mantenere la vostra indignazione verso la guerra. E questo è possibile con una grande rete di amicizia,  si può fare breccia anche nei cuori più insensibili”.
Attorniato dall’affetto dei bimbi il presidente Mattarella è diventato cittadino onorario di “Felicizia”, la città dei bambini in cui in cui le leggi chiedono che dobbiamo volerci tutti bene, in cui tutti ma proprio tutti devono poter mangiare, io non posso essere felice se tu sei triste, in cui i sogni si avverano e l’anima di tutti ha lo stesso colore. Il dialogo con i ragazzi ha offerto lo spunto per ricordare il prossimo appuntamento dei Giovani per la pace che si terrà l’11 maggio a Bergamo. “Speriamo di avere con noi il presidente” ha auspicato Olivero. Tra i molti i giovani che hanno accolto il presidente, in diversi hanno partecipato al progetto scuola 1918-2018: i cento anni della Grande Guerra promosso dal Sermig per aiutare i ragazzi a conoscere cosa accadde allora, le guerre di oggi e la trasformazione che ha avuto l’Arsenale. Un luogo in cui cento anni fa si costruivano le armi per la guerra e ora si costruiscono percorsi di pace. La sede ideale per ragionare di pace  oltre la guerra. Lo sa bene Mattarella che ha concluso il suo saluto affermando: “Se dovessi dire come si fa passare dalla guerra alla pace, direi a tutti: venite all’Arsenale!”.