Scuola, tre mesi di lavoro in Europa per 400 “talenti neodiplomati” della Fondazione Crt

Tra i “talenti” anche nove studenti dell’Istituto “Vallauri”.  Il Presidente Quaglia: “Ha permesso a tanti giovani di diventare cittadini europei più consapevoli”

Provengono da 59 scuole del Piemonte e della Valle d’Aosta e hanno come destinazione l’Europa: sono i 400 studenti degli istituti tecnici, professionali e dei licei che, subito dopo la maturità, partiranno per un tirocinio di lavoro all’estero di tre mesi finanziato dalla Fondazione Crt con il progetto “Talenti Neodiplomati”. Tra questi anche nove studenti dell’Istituto “Vallauri” di Fossano (nella foto in alto): Luigi Molinengo, Giorgio Albrito, Davide Aimar, Nabil Rharif, Fabio Tibaldi, Cozmin Bejinari, Gabriel Baudino, Alice Botta ed Elisa Fia.

La “mappa” delle mete dei Talenti Neodiplomati si “colora” sempre di più, arrivando a coprire 112 città (erano 88 lo scorso anno) di 27 Paesi europei. Oltre a confermare città come Barcellona, Parigi, Berlino, Copenaghen, San Pietroburgo – e in aggiunta alle classiche mete anglofone come Londra, Dublino, Cork – il progetto della Fondazione Crt offre destinazioni inedite rispetto alle scorse edizioni, come Bruxelles, Losanna, Lisbona e Utrecht. I nove del “Vallauri” si distribuiranno tra Monaco di Baviera, Madrid, Vence (nella vicina Francia), Chiva e Bihac.

Alberghi, ristoranti, radio, tv private, industrie dolciarie e aziende del settore automotive, uffici turistici e amministrativi di aziende pubbliche e private, laboratori di analisi, università, associazioni che operano con bambini, anziani e persone con disabilità: gli studenti in partenza quest’estate avranno l’opportunità di vivere esperienze di tirocinio in ambiti molto differenti.

Grazie alle proposte di tirocinio presentate dalle scuole e sostenute dalla Fondazione Crt con un investimento di 1,6 milioni di euro, i 400 ragazzi in partenza quest’anno si aggiungeranno ai 3.300 “colleghi” che hanno già varcato i confini dell’Italia grazie al progetto Talenti Neodiplomati. Con questa nuova edizione, la quattordicesima, l’investimento complessivo della Fondazione Crt per questa iniziativa supera i 16 milioni di euro.

“Talenti Neodiplomati è da sempre una ‘porta’ aperta sull’Europa, che ha permesso negli anni a tanti giovani piemontesi e valdostani, in particolare a quelli con maggiori difficoltà economiche, di sviluppare ‘competenze di vita’ in un contesto internazionale – dichiara il Presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia –. L’autonomia, la capacità di adattarsi, il confronto con la diversità fanno parte di un carico di esperienze utili per abbattere muri e stereotipi e diventare cittadini europei più consapevoli”.

L’impatto di TND sulle soft skills: una generazione europea

Da un’indagine della Fondazione CRT sui beneficiari del progetto Talenti Neodiplomati 2016, il 91% di loro ha dichiarato che il tirocinio ha migliorato le capacità di interagire con gli altri; l’88% di aver affrontato situazioni con cui altrimenti difficilmente si sarebbe confrontato; l’80% di aver imparato a gestire aspetti di vita quotidiana; il 94% ha trovato l’esperienza utile per orientarsi in un Paese nuovo. Per il 92% dei ragazzi l’esperienza ha aumentato l’interesse nei confronti dei Paesi stranieri; per l’80% è stata d’aiuto per abbattere pregiudizi e stereotipi nei confronti degli stranieri: un contributo alla formazione di una generazione europea.

La rilevazione 2016 dell'Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca condotta da Ipsos ha messo in luce benefici e competenze acquisiti grazie ai programmi di mobilità internazionale. L’83% dei ragazzi che hanno fatto un’esperienza all’estero non ha avuto difficoltà a trovare lavoro o a cambiarlo, il tasso di disoccupazione complessivo è al di sotto del 9%, a fronte di un dato italiano pari al 14% tra i 20 e i 54 anni; solo il 2% degli over 34 anni vive ancora con i genitori, rispetto a un dato nazionale che si attesta attorno al 12%; il 32% ottiene il massimo alla laurea rispetto al 21% della media nazionale. Ma soprattutto, chi ha trascorso un periodo di studio e di vita all’estero, a contatto con un’altra cultura, è una persona soddisfatta: il 90% si dichiara complessivamente felice, uno stacco netto rispetto alla media degli italiani che è del 67%.

L’esperienza all’estero continua ad essere un valore aggiunto anche per chi prosegue gli studi. Studiare oltre confine aumenta le possibilità di trovare un lavoro secondo il rapporto 2017 del consorzio interuniversitario Almalaurea: in particolare, le esperienze di studio all'estero con programmi europei aumentano le chance occupazionali del 12%, i tirocini dell'8%, l’aver lavorato occasionalmente durante gli studi del 48%.