Cicatrici sulle donne per lo jihad del sesso

L’infibulazione, mutilazione dei genitali e parziale cucitura della vagina praticata sulle bambine e preadolescenti in 40 Paesi del mondo, viene ora imposta come pratica di massa a tutte le ragazze dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) dal leader dei jihadisti Abu Bakr al-Baghdadi

Una mutilazione umiliante e dolorosissima, praticata per presunti motivi religiosi, che lascia cicatrici indelebili nel corpo e nell’anima. L’infibulazione, mutilazione dei genitali e parziale cucitura della vagina praticata sulle bambine e preadolescenti in 40 Paesi del mondo che secondo l’Oms riguarda più di 100 milioni di donne, viene ora imposta come pratica di massa a tutte le ragazze dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) dal leader dei jihadisti Abu Bakr al-Baghdadi (nella foto). In meno di un mese dall’autoproclamazione del califfato a cavallo tra Iraq e Siria lo scorso 29 giugno, il nostro ha del resto già avuto modo di distinguersi per gesta eroiche compiute a danno dei più deboli.

L’agghiacciante notizia diffusa da Aki-Adnkronos International, che avrebbe preso visione del comunicato farneticante in cui i jihadisti affermano che l’infibulazione è stata imposta dal profeta Maometto, segue l’imposizione dello “jihad del sesso” (l’obbligo di concedere le ragazze vergini della propria famiglia ai jihadisti) e l’obbligo di segregazione dei sessi nelle università.

Mentre un brivido corre lungo la schiena, sale l’indignazione al pensiero di bambine innocenti vittime di una lucida e perversa follia contrabbandata come osservanza religiosa. Figlie nostre come, pur nelle differenze, le studentesse rapite in Nigeria da Boko Haram e come, e qui il maschile è d’obbligo, i tre studenti israeliani e il ragazzo palestinese uccisi nelle settimane scorse in una spirale di violenza ormai sfuggita di mano. Bambine innocenti da amare, rispettare e proteggere, condannate invece ad un atroce “rito di iniziazione” (c’è pure chi ha la sfrontatezza di chiamarlo così) che le esproprierà dei momenti più belli della loro vita, l’amore e la nascita dei figli, rendendoli dolorosissimi.

Un’orrenda barbarie sottilmente e doppiamente crudele perché per tradizione sono le donne stesse a doverla praticare ad altre donne. E questo, nel terzo millennio, per tutelare la verginità delle ragazze fino al matrimonio e garantire poi il controllo della loro sessualità. Un ennesimo atto di sopruso nei confronti del più debole, un crimine contro l’umanità che viola la Convenzione universale dei diritti umani e la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Questa volta la coscienza anestetizzata dell’occidente non può tacere.