Cinema e merenda a Cascina Pensolato

Una storia di riscatto e di speranza, lì dove detenuti e disabili coltivano la terra e il proprio futuro

A Cascina Pensolato (frazione Sant’Antonio Baligio, strada del Casalito 28) domani, giovedì 26 luglio, arriva il cinema all’aperto, grazie al progetto Cinedehors
“il cinema dove non te lo aspetti”. Dalle 20, una ‘Merenda cinoira’ a base di gelato di Iano, e poi film en pleinair dalle 21,45 col pluripremiato documentario  “El lugar de las fresas” (il luogo delle fragole). Un connubio perfetto, in uno scenario unico: al calar del sole, in campagna, sotto l’arco del Monviso, baciati dalla luna piena. È un film che parla di riscatti, di speranza, di lavoro e di fatica che viene dalla terra, e che dalla terra trova frutti belli e inaspettati; frutti buoni. Lì, a Cascina Pensolato, dove una dozzina di detenuti in uscita del carcere di Fossano trovano nuove opportunità di futuro, ripartendo dalla terra. Ma anche dove un “Orto SuperAbile” (“O.s.a.”, che vale un manifesto) sta nascendo: un orto per i disabili, fisici e psichici, coltivabile su delle “scrivanie” accessibili alle carrozzine. Perché Pensolato è un insieme di idee e un’unione di energie: la forza di mettere insieme più fragilità per generare sinergie positive. Fragilità che oggi nella società sono viste tropo spesso come soli problemi, ma che invece possono diventare risorse per insegnare a tutti la lezione del coraggio. Coraggio proprio nel senso di “cor”, cuore, come quel cuore rosso fragola che nasce dalla terra.

Il luogo delle fragole

È la storia di Lina e Hassan raccontata dallo sguardo di una giovane cineasta spagnola, Maite Vitoria Daneris, in un luogo comune e universale, come è un grande mercato all’aperto. Ma soprattutto è un film poetico, che mostra al pubblico il valore più essenziale e puro dell’essere umano attraverso il lavoro della terra. Lina ha 70 anni ed è contadina da sempre. La sua schiena è curva e rivolta verso la terra. Ogni mattina, al buio, parte da San Mauro Torinese, il “paese delle fragole”, per arrivare nel mercato all’aperto più grande d’Europa, Porta Palazzo, dove vende la sua frutta, la verdura... e le sue fragole. La vita di Lina, come lei stessa dice, è “casa, chiesa e lavoro”: non ha figli, ma cinque cani e un marito che la spinge, inascoltato, a smettere di lavorare. Ma un giorno al mercato entra in scena Hassan, un giovane immigrato marocchino in cerca di lavoro...

Spesso i telegiornali ci raccontano storie respingimenti, di violenza e di diffidenza - dicono gli organizzatori -. Ne ‘Il luogo delle fragole’ la parola trasformazione è invece l’elemento vitale e strutturale. La trasformazione dei personaggi, dei loro rapporti e della loro storia, ma anche del lavoro, dei contadini, di un’epoca. Il rapporto tra Lina e Hassan è l’espressione più alta dell’integrazione e dell’incontro tra culture e fragilità diverse, proprio come a Pensolato. Storie particolari che diventano universali”.

Ospite la regista da Madrid

Alla serata di domani sarà presente la regista madrilena, per una chiacchierata molto libera col pubblico. “Il film è arrivato nella mia vita in maniera casuale - anticipa Maite, il cui nome in basco significa amore -, così come il mio arrivo a Torino. Arrivai nel 2005, venivo da Madrid per vivere un’esperienza di pochi mesi; a Torino conobbi il mercato di Porta Palazzo. Passeggiare lì era come tornare alla mia infanzia: era il luogo dove mi sentivo meno straniera e meno sola. Persone di culture diverse, contrasti, colori e odori... Andai al mercato, una notte: erano le 2. Torino si preparava alle Olimpiadi, c’era la nebbia e faceva freddo. Misi la telecamera sotto la tettoia dei contadini. Avevo bisogno di girare una scena notturna per un cortometraggio. A un certo punto arrivò un furgone dal quale scese una ‘piccola’ signora che cominciò a scaricare cassette di frutta e verdura, alle due di notte! La guardai e la ripresi da lontano. M’incuriosirono i suoi gesti, i suoi movimenti, i suoi modi... Un passo per volta montò tutto il suo banco. Verso le 6 di mattina decisi di avvicinarmi, e lei mi accolse con un grande sorriso. Le chiesi il nome, mi disse ‘mi chiamo Lina’ e da lì cominciò tutto. Per un anno mi recai al mercato. Due, tre volte alla settimana. All’inizio, Lina, non voleva essere ripresa. Più tardi, filmando, notai che aveva un modo molto particolare di rapportarsi alle verdure e ai clienti. In Lina c’è qualcosa di speciale e raro, come in via d’estinzione. Passavo tempo al mercato, riconoscevo banchi, contadini, venditori e il rapporto con Lina cresceva. Anche Gianni, suo marito, cominciò ad aprirsi. Ero incuriosita: perché arrivavano così presto? perché lavoravano così tanto? Li seguii ovunque, per più di 3 anni. Si abituarono alla mia presenza e la mia telecamera cominciò a essere invisibile. Un giorno, poi, al mercato entrò in scena Hassan, un giovane marocchino senza lavoro di Casablanca…”.

 

Come partecipare e arrivare

Prima del film, dalle 20 circa, l’appuntamento cinematografico sarà anticipato da un rinfresco (a offerta libera). La Cascina è raggiungibile con mezzi propri, ma per l’occasione sarà attivata una navetta gratuita andata e ritorno. Partenze per l’andata, dalle 20 alle 21.30, con fermate dal Mercatò di viale Regina Elena, Piazza Picco, Municipio, Foro Boario, frazione Sant’Antonio Baligio, Cascina Pensolato. 

La proiezione avverrà in un prato: è consigliabile portarsi una coperta da mettere sull’erba e una maglia da mettersi sulle spalle. Chi vuole può portarsi una sedia da casa; qualche seduta sarà presente in loco, disponibile al pubblico. La visione del film è gratuita, come nello spirito dell’iniziativa: a fine serata sarà possibile lasciare un’offerta libera per sostenere i progetti di Pensolato.

L’iniziativa è voluta e organizzata dall’associazione Cinedehors, cooperativa agricola sociale Pensolato, Fondazione NoiAltri Onlus, Comune di Fossano in sinergia con la Fondazione Crf, Diocesi di Fossano, associazione Camminare insieme, Diapsi, cooperativa Proposta 80, Caritas diocesana e l’azienda Orti del Casalito.