La Regione abolisce il ticket sui farmaci

Provvedimento in vigore dal 1° marzo. Interessa 1,1 milioni di piemontesi

Dal 1° marzo i piemontesi non dovranno più pagare il ticket sui farmaci. La Giunta regionale ha, infatti, deciso di cancellare la quota fissa di compartecipazione farmaceutica a carico dei cittadini, che era in vigore dal 2002. 

Mancia elettorale a tre mesi dal voto (come denunciano le opposizioni), o risultato dei risparmi conseguiti in questi cinque anni di Governo (come sostiene la Giunta Chiamparino), il provvedimento abolisce il sovrapprezzo, di 1 o 2 euro, su ogni confezione di medicinali: un carico che grava su oltre un milione di piemontesi, esclusi coloro che rientrano nelle fasce di esenzione (in base a redditi e patologie) e i farmaci non coperti da brevetto, per i quali la Regione aveva già abolito il ticket. 

“Cancelliamo una tassa sulla salute- sottolineano il presidente Sergio Chiamparino e l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta -: un vantaggio per i cittadini che non devono più sostenere un costo, ma anche una riduzione della burocrazia per gli stessi cittadini e per la pubblica amministrazione”

“D’altronde- spiega Saitta - il ticket sui farmaci era stato pensato con l’obiettivo di controllare e calmierare la spesa farmaceutica. I dati degli ultimi anni ci dicono invece che non esiste alcuna correlazione fra le due cose: la spesa nelle singole regioni è variata in modo indipendente dall’applicazione dei ticket. Nei fatti era diventata soltanto una tassa”.

In Italia, attualmente, solo Friuli Venezia Giulia, Marche e Sardegna non prevedono il ticket sui farmaci.

Conclude Saitta: “Siamo nelle condizioni di effettuare questa operazione grazie ai risparmi consistenti ottenuti in questi 5 anni sulla farmaceutica, anche attraverso l’apertura al mercato delle gare di acquisto e l’introduzione della concorrenza, che ci hanno permesso di reinvestire risorse nel sistema sanitario regionale e nella cura dei pazienti”.

Su "la Fedeltà" di mercoledì 20 febbraio