“La mia Odissea”, Thovez porta Omero a teatro

L'attrice torinese trasforma in una commedia il capolavoro dell'antichità - appuntamento a "I portici" di Fossano

Per un’artista, riscrivere un classico è necessariamente un’impresa. Se poi il classico è Omero - cioè un autore o, meglio, un insieme di sconosciuti autori che non solo ci hanno lasciato un’opera, ma hanno dato un contributo decisivo per la formazione di quello che è il nostro Dna culturale - l’impresa è tanto ardua da sembrare un azzardo. Per salvarsi bisogna provare a spostare la telecamera, a raccontare le cose da un punto di vista che non coincide con quello del maestro.

Marina Thovez lo ha fatto con l’Odissea, cercando di spostare i suoi personaggi dalla dimensione del poema a quella del teatro: “L’idea di creare una commedia dal vasto tema mitologico dell’Odissea - spiega l’attrice torinese - nasce dal desiderio di far rivivere i personaggi che segnano l’inizio della letteratura occidentale nella forma in cui io stessa sento di vivere, il teatro appunto”. “La mia Odissea” sarà messa in scena alle 21 di venerdì 14 novembre. La location è quella del cinema-teatro “I portici”, che propone così un nuovo spettacolo della stagione “Coup de théâtre”.

Oltre ad essere la regista dello spettacolo, Thovez reciterà anche ne “La mia Odeissea”: con lei, sul palco, ci sarà il marito Mario Zucca e una folla di altri attori. “Nell’Odissea, come in qualunque opera narrata, l’autore concede raramente ai suoi eroi il privilegio di un monologo o di un dialogo: ne «La mia Odissea» i personaggi occupano tutta la scena, dunque parlano”, spiega Thovez, illustrando quel cambio di prospettiva che risultava inevitabile per la riscrittura del capolavoro omerico.

“Con devozione e amorevole divertimento ho scritto per Telemaco, per Calipso, per Odisseo e non di Telemaco, di Calipso o di Odisseo - prosegue -. Nell’elaborazione del soggetto non ho mescolato attualità e passato, mondo di oggi e mondo antico. Ho tenuto i due piani separati, usando l’ironia. E non per smontare il mito che mi affannavo a ricostruire, ma per richiamare ogni tanto il presente nella mente dello spettatore ricordandogli che quello è un altro mondo. Un mondo poderoso, dove il mito non è favola ma religione. La lotta Odisseo-Calipso non è semplicemente un duetto d’amore, è la lotta tra Dio e Uomo. Mentre sull’Olimpo gli Dei, a concilio, decidono quale destino assegnare a ognuno, Odisseo compie l’ultimo tentativo per tornare a casa mettendosi, ancora una volta, in mare. È il primo segno di una rinascita, dell’uomo che torna uomo. Contemporaneamente il giovane Telemaco si mette in mare per la prima volta, per cercare Odisseo: diventa uomo. Intanto, a Itaca, Penelope è assediata dai Proci, gli attentatori delle cose più sacre, la moglie e la casa. Da Omero ho cercato di imparare a essere spiazzante, a dare alla trama uno sviluppo insolito, traghettando l’impianto drammaturgico dagli schemi teatrali verso un montaggio cinematografico”.

Thovez e Zucca si esibirono a Fossano già lo scorso gennaio, quando rappresentarono un altro classico, la “Casina” di Plauto (vedi foto). Il costo del biglietto per “La mia Odissea”. è di 20 euro. Ulteriori informazioni su www.i-portici.net.