Le prime case tornano a pagare

Nel 2014 si tornerà a pagare l’imposta sull’abitazione principale.

Nel 2014 si tornerà a pagare l’imposta sull’abitazione principale. Lo aveva deciso tempo fa il governo Letta, dopo mille acrobazie compiute per rispettare la promessa di cancellare l’Imu 2013 sulla prima casa. Ora è arrivato - anche per il Comune di Fossano - il tempo di dare applicazione alla nuova imposta.
La proposta della Giunta è stata illustrata mercoledì sera in commissione Finanze dal vice-sindaco Vincenzo Paglialonga. Il Consiglio comunale la esaminerà martedì sera (quando il giornale è già in edicola) nell’ultima seduta del mandato Balocco. In quella sede verrà approvata la nuova Iuc, l’imposta unica comunale che comprende la Tasi (tassa sui servizi indivisibili), l’Imu (imposta municipale unica) e la Tari (tassa rifiuti).
La Tasi
La Tasi graverà su tutti gli immobili. Per le abitazioni principali l’aliquota a Fossano sarà del 2,5 per mille, come a Mondovì, Cuneo e Alba. A Savigliano salirà al 2,8, a Bra al 3,3 (il massimo previsto dallo Stato). A Saluzzo si fermerà invece all’1. A Fossano, per mitigare l’effetto della tassazione, è stata prevista una detrazione di 50 euro per ciascun figlio convivente con età inferiore a 26 anni.
Per gli altri immobili - le seconde case, le aree edificabili i capannoni industriali, i negozi, gli uffici, ecc - sarà dell’1 per mille e si aggiungerà all’Imu (vedi sotto). I terreni agricoli non sono soggetti a Tasi.
Novità di rilievo, la Tasi sarà per l’80 per cento a carico dei proprietari e al 20 per cento a carico degli occupanti.

L’Imu
L’Imu non peserà sulle abitazioni principali, ma soltanto sugli altri immobili. L’aliquota è stata confermata nella misura del 2013. Sarà, pertanto, del 9,4 per mille per tutte le tipologie immobiliari, fatte salve le riduzioni per gli alloggi affittati con contratto concordato (8,4), le cooperative edilizie e gli alloggi dell’Atc (4,75).
Gli alloggi in comodato d’uso ai parenti di primo grado
Gli alloggi ceduti in comodato d’uso a parenti di primo grado (figli o genitori) verranno equiparati alle abitazioni principali e, quindi, pagheranno soltanto la Tasi al 2,5 per mille. La richiesta era stata avanzata lo scorso anno dal gruppo consiliare della Lega Nord; la Giunta ha deciso di accoglierla. L’equiparazione varrà, tuttavia, solo entro determinati limiti di reddito e per un solo immobile.
I fabbricati rurali e gli alloggi sfitti
Anche i fabbricati rurali pagheranno esclusivamente la Tasi (all’1 per mille), mentre gli alloggi sfitti si vedono confermata l’aliquota complessiva (Imu + Tasi) del 10,6 per mille.
La Tari
La Tari (nuova tassa rifiuti) non prevede grandi novità rispetto alla Tares. Verranno mantenute le riduzioni ed esenzioni dell’anno scorso e se ne aggiungeranno di nuove - come assicura Paglialonga - per le aziende che producono rifiuti assimilati a quelli urbani. Inoltre, non si dovrà più pagare allo Stato la somma aggiuntiva di 30 centesimi a metro quadro che lo scorso anno era stata affiancata alla Tares.
Che cosa cambia per i contribuenti

I proprietari di prima casa ci perderanno rispetto al 2013 (quando non avevano dovuto pagare l’Imu per la loro abitazione), ma potranno consolarsi con una riduzione dell’aliquota rispetto al 2012 (dal 4 per mille al 2,5). Una perdita secca - seppur contenuta - è prevista invece per gli occupanti, che dovranno farsi carico del 20% dell’importo della Tasi. I proprietari di altri immobili si vedranno aumentare dell’1 per mille (con la Tasi) la loro aliquota Imu.
Che cosa cambia per lo Stato e per il Comune

Lo Stato risparmia il rimborso che lo scorso anno aveva girato al Comune per compensare il mancato introito dell’Imu sulla prima casa. Ammontava a 2 milioni e 436 mila euro. Il Comune, sulla carta, non ci guadagna e non ci perde, dal momento che recupererà (all’incirca) con la Tasi quel che perderà dai trasferimenti dello Stato. Un conto esatto, tuttavia, potrà essere effettuato solo ad anno in corso, quando saranno certe le voci sulla spending review e sul fondo di solidarietà, che potrebbero gravare ulteriormente sulle casse del Comune.