Fitofarmaci e fertilizzanti – 08

La Cattedra del Contadino 20.07.2016

Fitofarmaci e fertilizzanti: questi sono solo alcuni dei prodotti che l’uomo utilizza nei campi su cui nascono gli alimenti destinati al suo consumo o a quello degli animali. Gli stessi prodotti che raggiungono anche l’intestino umano.
La cattedra del Contadino vuole fare chiarezza in merito.
La maggior parte dei fertilizzanti in commercio sono estratti da miniere o ottenuti per via chimica. Al contrario, hanno difficoltà ad accedere nel mercato i fertilizzanti contenenti nutrienti o materia prima organica e in linea ad un modello di economia circolare.
Per quanto riguarda i primi, nei fertilizzanti fosfatici è di notevole rilevanza il problema del cadmio. Questo è un metallo pesante, idrosolubile, tossico per l’uomo contenuto proprio nei fosfati. È dimostrato che più del 6% dei concimi minerali analizzati (118) presentavano alti valori di cadmio con conseguente accumulo nel suolo. L’inquinamento può degenerare fino alla perdita di fertilità del terreno oltre all’ingresso nella catena alimentare. Solo oggi dopo 70 anni che ne viene permesso l’uso, l’Efta - associazione europea di Libero Scambio ha richiesto di porre un limite legale alla presenza di cadmio.
Per fitofarmaco s’intende ciò che può direttamente sopprimere un microrganismo patogeno o un’erba infestante. Oggi, la maggior parte sono di origine sintetica e in grado di annientare o prevenire la presenza di patogeni nelle culture.
Utilizzare i fitofarmaci significa anche correre dei rischi. Il primo è il bioaccumulo con l’inquinamento dei suoli e non solo. Il secondo è quello di deprimere la biodiversità microbica del suolo e delle piante, fino al collasso delle stesse.
Ma com’è regolamentato l’uso dei fitofarmaci?
L’uso dei fitofarmaci è disciplinato dal regolamento, concepito dall’Unione europea, nel 2009. Secondo questo, sono da considerarsi fitofarmaci qualsiasi sostanza e qualsiasi microrganismo che influenzino i processi vitali. Anche se il regolamento è valido solamente per i ceppi dei microrganismi iscritti nell’elenco, è stato richiesto che tutti i microrganismi commercializzati vengano iscritti nei fitofarmaci.
Quindi, se si volesse vendere un solo microrganismo, bisognerebbe inserirlo tra i fitofarmaci e non come fertilizzante.
La naturale conseguenza è che il letame, al cui interno si contano oltre 600 microrganismi diversi, stando a quanto imposto dalla legge, non potrebbe essere utilizzato, a meno che ciascun batterio non venga preventivamente registrato come fitofarmaco.
(8 - continua)