Rebeca Rocamora Nadal

Testimoni del Risorto 31.10.2018

Avremo presto una catechista sugli altari? Questa potrebbe essere la volta buona, perché se è vero che tanti santi (o candidati tali) hanno “anche” fatto catechismo, con Rebeca
Rocamora
Nadal potremmo finalmente veder glorificata una ragazza che ha considerato il suo essere catechista come la propria specifica missione all’interno della parrocchia. E avere, in più, una protettrice in cielo per una categoria, quella dei catechisti appunto, che sente tutta la bellezza, sperimentandone insieme anche la responsabilità e le difficoltà, di annunciare Gesù ai più piccoli. Nasce il 7 settembre 1975 a Granja Rocamora, un minuscolo villaggio a sud della provincia spagnola di Alicante. “E’ un angelo biondo con gli occhi di cielo”, dice di lei l’ostetrica nel momento del parto, e questo è ancora più consolante per i genitori che, prima, avevano perso un bimbo al sesto mese di gestazione. Preceduta da una sorella e seguita da altre due, Rebecca cresce in un ambiente profondamente religioso, respirando fede e impegno cristiano: esplosiva e vivace all’ennesima potenza, birichina quanto basta per non differenziarsi dalle coetanee, ma nello stesso tempo matura e riflessiva, con una spiccata inclinazione per la spiritualità e la religiosità. A 10 anni un tumore all’ipofisi le procura un’insidiosa forma di diabete e le causa una paralisi oculare. Un ricovero a Madrid e un calvario di radioterapie non riescono spegnere la sorridente vivacità di quella bambina, che continua a distribuire sorrisi e coraggio ai piccoli compagni di reparto. La grazia di Dio è certamente all’opera e sta facendo meraviglie in lei, grazie anche al sacerdote conosciuto a Madrid, che la sta aiutando a crescere nell’abbandono filiale e nell’amore alla Madonna.  E anche nella gratitudine quando arriva la guarigione, non solo dal tumore, ma anche dalla paralisi oculare, che il più delle volte è irreversibile. È soprattutto la Cresima ad imprimere una svolta alla sua vita: intuito l’impegno personale che il sacramento le richiede, cerca il posto che responsabilmente deve assumere nella vita parrocchiale.  A 16 anni diventa così catechista e le affidano un gruppetto di bimbi da preparare alla prima comunione, in cui riversa tutto il suo entusiasmo e la sua prorompente vitalità. Da vera innamorata di Gesù, riesce a contagiare i piccoli con il suo medesimo amore: più che con le parole riesce ad affascinare e conquistare con il suo inalterabile sorriso, con il suo sforzo di far felici gli altri, con il suo buonumore, con il senso di pace che le si legge negli occhi e che traspare dal suo comportamento. Catechista con la vita, dunque, senza alcunchè di straordinario se non la ferialità di una fede coerentemente vissuta nella scuola e in famiglia, nello sport come nel ballo e nel divertimento. “Ti fa sentire come la persona più importante al mondo”, dice chiunque la conosce e questo dice molto sul modo con cui sa avvicinare e camminare a fianco di ciascuno. Nel 1995 avverte un diffuso malessere che solo un anno dopo i medici riescono a diagnosticare come conseguenza di un glioma che non le da scampo. Costretta a letto e progressivamente impedita nei suoi movimenti, riesce ancora più di prima a trasmettere pace e serenità a chiunque l’avvicina. Per questo, chi va a trovarla ne esce consolato, la sua cameretta sembra una chiesa, dove non solo il parroco celebra spesso la messa ma dove lei si offre per tutti, in quel suo letto che sembra sempre più un altare per il sacrificio. Va incontro alla morte, come sempre sorridendo, e quel suo sorriso lascia una traccia di Dio nei tanti che si alternano attorno al suo letto. Così, quando il 26 maggio 1996 si spegne, attorno alla sua bara avvengono conversioni. E dato che in questi anni hanno continuato a crescere la sua fama di santità e il numero delle persone che a lei si raccomandano, la Chiesa di Orihuela-Alicante nel 2009 ha avviato il processo per la canonizzazione della “catechista che sorrideva”.

 Per sapere di più su Rebeca, visitare la sua web: www.rebecarocamora.es