Suor Carla De Noni – 02

Testimoni del Risorto 19.12.2018

Suor Carla intuisce che non certo per caso è stata “toccata da Dio” in modo così clamoroso e inconsueto, ma tutto rientra in un meraviglioso progetto di Dio su di lei. A cominciare dal suo arrivo in Piemonte che per lei, trevigiana d’origine dov’è nata nel 1910, già ha rappresentato un modo per seguire la voce che la chiama. Cresciuta in un ambiente riscaldato dalla fede, ha sempre sognato di essere suora, così come uno dei suoi fratelli ha già lasciato tutto per entrare in seminario e diventar prete. Non è però certo colpa sua se, entrata tra le suore Servite di Maria Riparatrice, si è ammalata così seriamente da dover essere rimandata a casa, con la prospettiva di non entrare mai più in convento. Destino (o Provvidenza?) vuole che la sua strada si incroci con quella di Virginia Lazzari, torinese con origini venete, che sente di dover fondare una congregazione che abbia come specifico carisma la meditazione delle sofferenze di Cristo nella sua passione. Da subito accanto a suor Margherita (il nuovo nome assunto da Virginia) per aiutarla a far nascere le suore della Passione e poi ancora sempre al suo fianco con l’incarico di formatrice delle novizie, fino ad arrivare a Villanova Mondovì, dove sembra proprio che la Provvidenza abbia stabilito che la nuova congregazione metta radici ed abbia la sua casa madre. Poi quel miracolo, a ricordarle che il paradiso può attendere finché si ha da lavorare quaggiù, visto che la congregazione prospera e suor Carla deve accompagnarne la crescita acquisendo nuove competenze, studiando, impegnandosi sempre all’ombra della fondatrice, di cui rimane fino alla fine la più stretta collaboratrice. Nel Monregalese cominciano ad accorgersi di questa suora, che ha le mani bucate e un filo diretto con il paradiso, tanto da trovare sempre la parola giusta al momento giusto per chiunque venga a cercare luce e conforto. Niente di straordinario in lei, depongono oggi i testimoni di allora, solo una “santità feriale” che si traduce nell’ascolto dei fratelli e nella capacità di metterli in contatto con Dio. “Occorre avere fede, tanta fede e poi ancora fede e tutto si può ottenere!”, è solita raccomandare, dopo che lei stessa ha sperimentato che la fede può anche far crescere di colpo un osso di sette centimetri ed ancorarlo perfettamente a due monconi. Madre Lazzari muore nel 1961 e alle consorelle sembra naturale affidare la congregazione a lei, che della fondatrice è stata sempre l’ombra fedele. A 84 anni, dopo 32 passati alla guida della congregazione, che lei ha esportato anche in Romania, chiede con insistenza di essere sollevata dall’incarico di madre generale. Sente, profonda, la necessità di aver più tempo da dedicare alla preghiera, alla meditazione, all’ininterrotto colloquio con Dio, riservando ampi spazi della sua giornata a ricevere, confortare, consigliare anime dubbiose e assetate di luce. Prime fra tutti, ovviamente, le sue novizie, per le quali continua ad essere preziosa direttrice spirituale e illuminata consigliera per il discernimento vocazionale. Diventata sempre più fragile e limitata nei movimenti, si avvia gioiosamente verso la fine dei suoi giorni, attendendola con la trepidazione della sposa che va incontro allo sposo. La sua fine arriva in modo inatteso e rapido, come chi giunge alla meta dopo aver lungamente camminato, alle prime luci dell’alba del 10 settembre 1999. La sua salma rimane nel cimitero di Villanova Mondovì quel tanto che basta per farne desiderare il ritorno in casa madre, che avviene il 25 marzo 2007, facendole posto accanto alla tomba di madre Lazzari. Mentre si stanno muovendo i primi passi per iniziare il processo per la sua beatificazione, è di questi giorni la notizia che il giornalista Daniele La Corte sta presentando il suo ultimo libro, “La resistenza s-velata” in cui racconta, in una girandola continua di flashback, le gesta della “mamma dei partigiani”. Un romanzo, insomma: un romanzo di amore e donazione com’è stata tutta la vita di suor Carla De Noni.

(2ª parte - fine)