Due nuovi sacerdoti cappuccini

Sabato 26 settembre in Cattedrale viene ordinato prete fra’ Marco Felice

Seguono il cammino di San Francesco nella famiglia religiosa dei Cappuccini e hanno fatto insieme alcune tappe del loro cammino vocazionale, mettendosi anche a servizio della chiesa locale fossanese. Fra’ Valter Admilson de Pina ha iniziato il cammino francescano nel 2004 a Capo Verde, proseguendolo fino al noviziato. Dal 2007 al 2010 ha quindi continuato in Portogallo gli studi di filosofia, e poi in Italia di teologia. Ordinato diacono nel novembre scorso, al termine degli studi teologici è ritornato per qualche mese a Capo Verde, di cui è originario, dove è stato ordinato sacerdote il 7 giugno scorso, per imposizione delle mani del neo cardinale capoverdiano Arlindo Furtado. Ha prestato subito servizio in una parrocchia di quelle isole. Adesso collabora al Centro Missioni estere ubicato nel convento della nostra città.

Fra’ Marco Felice Giugno, originario di Vercelli, è entrato tra i francescani nel 2005 con il noviziato, per proseguire gli studi filosofici in Emilia Romagna, quindi a Fossano per studiare teologia. Insieme a fra’ Valter ha fatto la professione nel 2012 a Novara, e l’anno scorso l’ordinazione diaconale. Diventerà sacerdote per imposizione delle mani del vescovo di Cuneo e Fossano, Giuseppe Cavallotto sabato 26 settembre, alle 16, in Cattedrale. “Un evento”, ci tiene a precisare, “a cui tutti i lettori sono vivamente invitati a partecipare”. Con entrambi abbiamo ripercorso i motivi di una scelta vocazionale, le fatiche incontrate nel cammino, i progetti futuri, in un ambiente di fraternità e gioia che li ha attirati ad attuare la propria decisione di vita.

Perché proprio francescani? Cosa vi ha attirato di più in questa famiglia e come siete stati accolti?

Fra’ Marco - Tante volte me lo sono chiesto, durante il mio cammino. Rimane un mistero ed un dono quello che il Signore mi ha fatto, cioè di entrare in una famiglia religiosa che inizialmente non conoscevo, e che poi ho riscoperto essere mia. È vero, Francesco di Assisi attrae, così come un certo modo di vivere, di stare nel mondo tra la gente, ma forse, tenendo conto di come son fatto io, mi sono accorto che tra i Cappuccini potevo esprimere me stesso e fare in modo che la mia vita avesse un senso. Nell’Ordine, l’originalità di ciascuno non viene cancellata, ma trova la possibilità di esprimersi con i propri talenti. E pur essendo molto diversi tra noi, ci sentiamo tutti appartenenti ad un’unica famiglia, in qualunque luogo uno vada.

Fra’ Valter - Da bambino mi piaceva l’idea di essere prete, che poi è sparita completamente nell’adolescenza. Verso i 17 anni ho incontrato dei bravi frati nel mio cammino di fede, sull’isola di Fogo (Capo Verde). Vedevo che vivevano in fraternità e mi colpiva la loro gioia, il loro spirito semplice, il servizio agli ultimi. Tutto questo mi ha fatto venire il desiderio di diventare uno di loro, poi pian piano ho approfondito San Francesco e il francescanesimo, ma il primo impatto è stata la testimonianza di questi frati.

Intervista completa su La Fedeltà del 23 settembre 2015