Due verbi: sognare e sperare, con i relativi sostantivi. Una raccomandazione preliminare: non lasciarsi soffocare dai “profeti di sventura né dai nostri limiti, errori e peccati”. Un obiettivo: “Allargare gli orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani”. Papa Francesco ha aperto oggi, 3 ottobre, la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei vescovi, in corso fino al 28 ottobre, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, invitando i 267 padri sinodali provenienti da ogni parte del mondo – compresa la Cina continentale, ha fatto notare lo stesso Francesco dando il benvenuto ai nuovi arrivati – a lottare a fianco dei giovani, per non lasciarli soli “nelle mani di tanti mercanti di morte”. La “Magna Charta” del Sinodo, per il Papa, sono le parole pronunciate da Paolo VI – che il 14 ottobre verrà proclamato santo proprio in Piazza San Pietro – nell’ultimo messaggio dell’assise conciliare, indirizzato proprio ai giovani. Nell’ampio discorso di apertura della prima Congregazione generale, durato più di mezz’ora e lungamente applaudito, un “grazie” ai giovani e l’invito a dialogare tra le generazioni uscendo da pregiudizi e stereotipi. I giovani “vogliono essere protagonisti del rinnovamento in atto”, ha detto il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, nella sua relazione. L’arte dell’accompagnamento è “la competenza più richiesta dai giovani”, che vogliono “una Chiesa “più autentica”, gli ha fatto eco il relatore generale, il card. Sergio da Rocha.
“Che lo Spirito ci dia la grazia di essere Padri sinodali unti col dono dei sogni e della speranza, perché possiamo, a nostra volta, ungere i nostri giovani col dono della profezia e della visione; ci dia la grazia... Continua a leggere