Sci, stanziati i fondi per gli impianti

Molti soldi anche in Granda, ma l'Uncem lamenta la scarsa attenzione verso il turismo "green"

Dal Fondo nazionale per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale arrivano 148 milioni per le stazioni sciistiche, e una buona fetta è destinata alla provincia di Cuneo: Artestina, Prato Nevoso e Limone Piemonte hanno ottenuto rispettivamente 3.958.075 euro, 1.085.047 euro e 209.000 euro. La graduatoria dei finanziamenti assegnati è stata pubblicata nei giorni scorsi. A queste cifre, si aggiungono i fondi destinati agli Appennini e quelli del «Bando montagna Italia»; in aggiunta, la Camera potrebbe dare l’«ok» per ulteriori 100 milioni.

Per la Provincia di Cuneo, intervengono i consiglieri Pietro Danna e Silvano Dovetta: “Desideriamo complimentarci con i gestori delle stazioni sciistiche cuneesi, che hanno saputo ottenere importanti risorse dal Governo al fine di migliorare e potenziare gli impianti che gestiscono. Lo sci è un comparto turistico e sportivo molto importante per la nostra provincia, che crea un indotto rilevante ed è fonte di reddito per molte famiglie ed imprese: per questo motivo vanno sostenuti gli imprenditori che decidono di investire in tal senso”.

L’iniezione di denaro per gli impianti sciistici, in ogni caso, non piace a tutti. C’è chi lamenta che, in parallelo, vengano destinati soltanto 4 milioni di euro per la Promozione dell’ecoturismo e del turismo sostenibile. È il caso dell’«Unione nazionale comuni comunità enti montani», secondo cui le risorse “potevano essere distribuite diversamente, anche mettendo in sinergia i due fondi e guardando alla vera sostenibilità e alle «green communities», non solo ai 300 paesi alpini e appenninici con impianti di risalita, sì importantissimi ma non da soli, in un sistema”: “I finanziamenti del ministero del Turismo - afferma il presidente dell'Uncem, Marco Bussone - vanno investiti coinvolgendo, insieme con le imprese, Enti locali, Comuni, Unioni montane e Comunità montane”. L’idea di fondo è che, nella crisi climatica in cui viviamo, lo sci “va totalmente rispensato”: più in generale, per Uncem “dobbiamo ripensare la sostenibilità del turismo invernale senza neve, con molte meno precipitazioni e costi energetici importantissimi e in aumento”