Il nodo dei Diesel Euro 5 in Piemonte

I motori alimentati a gasolio con omologazione Euro 5 rischiano di non poter più entrare, durante i mesi freddi, nel centro di Torino e degli altri Comuni piemontesi con popolazione superiore ai 30mila abitanti. Lo prevede il Piano per la qualità dell’aria, che in questi ultimi anni ha introdotto norme più severe per agricoltura, mobilità e riscaldamento degli edifici: il divieto dovrebbe essere applicato dal 1° ottobre fino al 15 aprile, nei giorni feriali da lunedì a venerdì, dalle 8,30 alle 18,30. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che nei giorni scorsi l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati, dopo un colloquio con i rappresentanti delle altre Regioni del Bacino padano interessate dal Piano per la qualità dell’aria, ha fatto sapere che “l’obiettivo è superare il blocco dei veicoli Diesel Euro 5 mettendo in campo misure scientifiche, validate dalle nostre agenzie per l’ambiente, in grado di compensare la limitazione al traffico”: “Siamo al lavoro, nel confronto costruttivo con il Governo, per definire le misure da applicare per migliorare la qualità dell’aria, ma con misure alternative al blocco della mobilità che inciderebbe in modo negativo sulle famiglie e sulle aziende”, ha spiegato.

Il rinvio del 2023
Il periodo dal 15 settembre al 15 aprile è quello in cui la qualità dell’aria peggiora, anche a causa del riscaldamento degli edifici: in questi mesi si applicano pertanto norme più restrittive contro lo smog, in aggiunta a quelle in vigore per tutto l’anno. Lo sanno, ad esempio, i proprietari di Diesel Euro 3 ed Euro 4, che in questo periodo non possono entrare nel centro di Comuni come Fossano. L’estensione del “blocco” ai Diesel Euro 5, da applicare nei paesi al di sopra dei 30mila abitanti, era già previsto nel 2023: ne nacque un caso politico, e il Governo intervenne imponendo il rinvio della misura.
Se la nuova data prevista - il 1° ottobre del 2025 - sembrava confermata fino a pochi giorni fa, mancano per contro sia i provvedimenti attuativi, sia un’adeguata campagna informativa per gli automobilisti. Lo ha denunciato Alice Ravinale, esponente di Alleanza Verdi Sinistra in Regione, dopo aver presentato un “question time” sul tema alla Giunta.
“Nella risposta - spiega Ravinale -, l’assessore Marnati menziona unicamente il progetto «move-in», già in essere, e generiche campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, senza però comunicare quando partiranno”: “La necessaria transizione ecologica va accompagnata e programmata, non fatta subire ai cittadini”, ha aggiunto la consigliera di Avs, che punta il dito soprattutto sulla “rete di trasporto pubblico piemontese totalmente inadeguata”.
Quanto al move-in citato da Marnati, si tratta di un dispositivo che, collocato a bordo del veicolo considerato troppo inquinante, consente all’automobilista di viaggiare negli spazi e negli orari “proibiti” nel rispetto di un tetto chilometrico, definito sulla base della classe di omologazione. Ma è una soluzione temporanea. E, soprattutto, è una soluzione che fornisce garanzie limitate: nei giorni in cui, per il rischio di un peggioramento della qualità dell’aria, viene dichiarata l’«allerta arancione» o “rossa”, il “Move-in” non è utilizzabile e il veicolo su cui è montato deve rispettare i divieti “in toto”.

L’8% del parco auto
Secondo Quattroruote, il blocco riguarderebbe “250mila vetture Diesel Euro 5 presenti nell’area, ossia immatricolate fra il 1° settembre 2011 e il 1° settembre 2015: l’8% del parco auto regionale”.
L’eventuale “stop”, dopo essere entrato in vigore l’1 ottobre, verrebbe sospeso il 15 aprile e tornerebbe in vigore il 15 settembre: le stesse date si applicherebbero negli anni seguenti, come per le altre norme del Piano per la qualità dell’aria previste per i soli mesi freddi.
Ma ormai, nella travagliata storia dei Diesel Euro 5 in Piemonte, è nell’aria un altro colpo di scena.