Carburanti, controlli delle Fiamme gialle

Un'auto della Guardia di finanza

Il prezzo del gasolio che sale, quello della benzina che diminuisce. Così dovrebbe essere, dopo il decreto ministeriale sul “riallineamento delle accise”; ma il condizionale è d’obbligo, perché c’è il rischio che sull’acquisto della “verde” non si ottenga il risparmio previsto. La Guardia di finanza ha così lanciato un piano su scala nazionale per arginare eventuali “condotte illecite lesive della leale concorrenza”: sono coinvolti oltre 660 reparti operativi del Corpo, che effettueranno i controlli “con il costante supporto dei Reparti speciali”.

“Sulla base delle disposizioni impartite dal Comando generale - si legge in una nota diramata dalle Fiamme gialle - i Reparti territoriali dovranno rilevare gli elementi sintomatici di manovre distorsive della corretta dinamica di formazione dei prezzi, sviluppando attività volte a risalire la filiera commerciale, con l’individuazione di eventuali speculatori”. In parallelo, i  finanzieri “accerteranno che gli operatori pubblicizzino e comunichino il prezzo praticato secondo gli obblighi normativi vigenti, volti a favorire trasparenza e corretta informazione”. E, ancora, si verificheranno “l’assolvimento degli obblighi fiscali, il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione e la qualità del prodotto venduto”. Nel biennio 2023-2024, sono stati effettuati oltre 20.000 interventi di controllo: 9.728 le violazioni accertate.

Il riordino delle accise voluto dal Governo su spinta dell’Unione europea punta a far sì che, entro cinque anni, l’imposta sia la stessa su benzina e gasolio, mentre al momento è inferiore per quest’ultimo, nonostante il Diesel sia considerato molto inquinante.