Oltre la montagna

A volte il miglior modo per ripartire è quello di fermarsi. O meglio per ripartire occorre a volte fermarsi, riflettere, guardarsi attorno e guardarsi dentro. L’estate può essere un’occasione anche in questo senso. Occasione di svago, sicuramente, di tempi più dilatati, di tempo liberato per essere dedicato al riposo, ad un po’ di sano ozio e al recupero delle energie. L’estate è per tanti giovani anche l’occasione per fare un’esperienza unica, che porteranno nel cuore per il resto della loro vita, quella dei campi estivi, che per noi significa campi in montagna in una delle case alpine delle nostre comunità. Non è un caso che in tempi in cui si rischia di perdere il contatto personale con chi abbiamo vicino, in cui l’unica piazza in cui confrontarsi sembra essere quella dei social, e tutto è mediato da un telefonino costantemente in mano, ci sia in realtà il bisogno, la necessità di tornare a guardarsi negli occhi senza filtri e senza emoticon, alzare lo sguardo dalla tastiera che ci ingobbisce e ci limita l’orizzonte e guardare un panorama che si apre e le montagne che ci spingono a salire ancor più su. Sono esperienze uniche, un antidoto ad un mondo che nella convinzione
di essere interconnesso rischia in realtà di ripiegarsi su se stesso. Servono allora occasioni per riscoprire l’altro nella sua unicità, e nell’incontro che è anche fatto di abbracci, di mani tese, di esperienze condivise. In presenza. In queste settimane sono tanti i giovani e giovanissimi che vivono questa esperienza. Che va vissuta in un mix di consapevolezza e curiosità. La consapevolezza di stare assaporando momenti unici, sguardi unici, incontri unici e irripetibili, e la curiosità di chi cammina in montagna e che, felice della meta raggiunta, vuole continuare a scalare per scoprire cosa c’è oltre.