Nel 2024 in Italia sono stati importati 56 milioni di quintali di frumento tenero, +22%, e in Piemonte ne sono arrivati più di 7 milioni di quintali. In particolare, sono aumentate le importazioni da Ungheria, Austria e Francia, ma soprattutto da Ucraina, Canada e nord America, ovvero da Paesi extra Ue dove il grano viene coltivato con sistemi vietati in Europa da anni, come il glifosate. È quanto ha denunciato Coldiretti nell’ambito della conferenza stampa indetta martedì 9 settembre a Torino con il Consorzio Agrario del Nord-Ovest, “Filiera Gran Piemonte: una risposta concreta all’economia territoriale e alla deriva delle importazioni”.
In Piemonte la superficie produttiva a grano tenero conta quasi 79 mila ettari, ovvero oltre il 13% del totale della superficie italiana, più di 11 mila aziende e una produzione media di circa 4 milioni e mezzo di quintali, il 9% rispetto al dato italiano. La Granda – spiega Coldiretti Cuneo – vanta la seconda maggiore produzione complessiva di grano in Piemonte dopo la provincia di Alessandria, con 4.400 aziende impegnate a produrre 1,8 milioni di quintali su una superficie di 17.000 ettari.
Dall’estate 2020, quando è partito il progetto di filiera Gran Piemonte con il Consorzio Agrario del Nord-Ovest, fino ad oggi, alla vigilia del sesto anno di semine, i numeri sono cresciuti notevolmente. Nell’ultima campagna – evidenzia la Coldiretti – hanno aderito oltre 1.000 aziende sul territorio piemontese, per una superficie di 9.800 ettari e una produzione di 420 mila quintali, pari ad oltre il 12% della superficie piemontese. In provincia di Cuneo, la filiera Gran Piemonte coinvolge quasi 600 aziende e oltre 5.500 ettari di superficie per una produzione di 240.000 quintali.
“Negli anni, il progetto si è rivelato una valida opportunità per le aziende cerealicole che hanno potuto migliorare la loro prospettiva di reddito, grazie alle importanti premialità previste dai contratti rispetto alle quotazioni di borsa, ed anche una garanzia di sicurezza e tracciabilità a fronte delle importazioni di grano tenero dall’estero che non rispetta i nostri standard qualitativi” sostiene il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, che aggiunge: “Le manovre speculative sui prodotti alimentari sono sotto gli occhi di tutti. È evidente ancora una volta quanto sia fondamentale ridurre sensibilmente la dipendenza dal grano straniero e puntare sulla sovranità alimentare scegliendo la via dei progetti di filiera”.
Dall’estero vengono importate in Italia oltre 12 milioni di quintali di varietà di grano tenero, impiegate dall’industria dolciaria per la produzione di panettoni, biscotti, grissini, pane in cassetta e vari prodotti da forno. “Facciamo appello a quell’agroindustria piemontese che utilizza frumento tenero straniero per ribadire che l’obiettivo prioritario deve essere quello di valorizzare al meglio le produzioni locali, frutto di selezioni e controlli produttivi lungo la filiera che, al contrario, non esistono sul grano importato. È preoccupante che ben 7 milioni di quintali di grano tenero dall’estero finiscano in Piemonte e diventino cibo consumato in gran parte da bambini e adolescenti” afferma il Direttore della Coldiretti cuneese, Francesco Goffredo.
Per questo, secondo la Coldiretti, ci sono margini di crescita ulteriori del progetto Gran Piemonte al fine di rilanciare il comparto cerealicolo sul nostro territorio e fronteggiare le importazioni selvagge a tutela della nostra società.