Tiene il punto Giulia Marro, consigliera regionale Avs, sul tema delle liste d’attesa e degli “appuntamenti fittizi” al Santa Croce di Cuneo e nell’Asl Cn1, nonostante le repliche dei medici ospedalieri e delle sigle sindacali.
In un question time a Palazzo Lascaris, mercoledì 10 settembre, aveva denunciato la prassi degli “appuntamenti fittizi” assegnati a chi richiede una visita, “con la promessa di essere richiamati successivamente, anche in caso di esami con priorità B da effettuarsi entro 10 giorni”. Senonché, quasi mai quei termini verrebbero rispettati (Giulia Marro ha citato dei casi in suo possesso), mentre l’appuntamento “fantasma”, intanto, garantisce il rispetto dei tempi e permette alla Regione di sbandierare dati virtuosi.
“Nessun appuntamento fittizio - gli avevano risposto cinque dirigenti medici del Santa Croce e Carle di Cuneo: Alberto Papaleo (direttore del Dipartimento Interaziendale dei Servizi), Valerio Del Bono (direttore del Dipartimento di Medico e Specialistica), Giuseppe Lauria (direttore del Dipartimento Emergenza e Aree critiche), Andrea Puppo (direttore del Dipartimento Chirurgico) e Andrea Sannia (responsabile dell’Area Materno Infantile del S. Croce Carle). Semmai, l’adozione di una “procedura a tutela della salute”, in coda a una percorso che “oltre a rispettare gli obblighi normativi, porta vantaggi concreti ai cittadini".
Alla nota dei medici si è quindi aggiunta quella delle sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria, per rimarcare “il grande impegno lavorativo dei propri iscritti e di tutti i dirigenti medici e sanitari dell’Azienda Santa Croce e Carle, in un momento in cui alcune considerazioni sulle liste di attesa sembrano fare intravedere scarso impegno o peggio negligenza da parte della classe medica e sanitaria”.
Per la consigliera Marro, con la collega di partito Alice Ravinale, tuttavia, il problema non sono i medici, né il personale sanitario “che anzi ringraziamo per il grande impegno del loro lavoro”, ma “la gestione delle prenotazioni e l’organizzazione del servizio”.
Il punto - affermano - è che "lo smarrimento che la questione relativa al sistema degli appuntamenti “provvisori”, in orari notturni, senza chiara e adeguata comunicazione, crea nei cittadini, i quali - per superare il timore di non riuscire ad eseguire le prestazioni, spesso urgenti e legati a diagnosi che destano particolare preoccupazione - ricorrono poi, e solo quando possono economicamente, alla sanità privata". Poi aggiungono: "Secondo le segnalazioni raccolte finora, che continuano ad arrivarci, i pazienti con impegnativa classe B (entro 10 giorni), ma anche D (60 giorni), hanno ricevuto appuntamenti molto oltre i limiti previsti (50 giorni per ecografia in classe B, più di due mesi per la risonanza magnetica nucleare alla caviglia in classe B), scegliendo quindi - nel frattempo - di rivolgersi al privato”.
Ciò detto, inoltre, osservano che “molte delle segnalazioni ricevute riguardano semplici ecografie, non soggette al tipo di verifica ipotizzata dai dirigenti di dipartimento per l’esposizione alle radiazioni” e che da queste “ci risulta che talvolta non riescono a prenotare gli esami ecografici o radiologici complessi (Tac e risonanza magnetica nucleare) i malati oncologici in follow-up, che seguono il percorso diagnostico terapeutico specifico per la loro malattia o la prescrizione degli specialisti e per i quali l’appropriatezza è fuori discussione”.
“Restiamo comunque in attesa - concludono - di una risposta e di dati certi rispetto al numero di prenotazioni fissate con questa tecnica e del fatto che siano o meno considerate ai fini di valutare lo smaltimento delle liste d’attesa da parte dell’assessore Riboldi, che certo non può restare in silenzio su questa vicenda”.
























