Appuntamenti fittizi e liste d’attesa in Sanità. Marro: “Mancano ancora risposte chiare”

La consigliera Avs dopo il question time di martedì 16 settembre: “Serve trasparenza, non propaganda”

Giulia Marro

Il caso degli "appuntamenti fittizi" in Sanità non si sgonfia. Giulia Marro, consigliera regionale Avs, torna a rilanciarlo dopo la discussione di oggi pomeriggio - martedì 16 settembre - a Palazzo Lascaris, lamentando scarsa trasparenza dalla Regione e dall'assessore Federico Riboldi.

"La presenza dell’assessore al question time - scrive la consigliera di opposizione cuneese con la collega Alice Ravinale - dimostra che il tema è centrale, tanto quanto la sua sovraesposizione mediatica degli ultimi giorni, con cui ha cercato di rincorrere l’«affaire liste d’attesa». Dopo tanti pasticci sui giornali, volevamo finalmente mettere un punto. Ma la risposta che abbiamo ricevuto è che un punto, ad oggi, non c’è".

Proseguono Marro e Ravinale: "L’assessore ha ripetuto la narrazione delle 110.000 prestazioni aggiuntive realizzate nei turni serali, al sabato e alla domenica in Regione Piemonte. Gli sforzi del personale sanitario sono innegabili viste le gravi carenze nell’organico che affliggono le nostre aziende sanitarie, per questo usarli per nascondere evidenti criticità risulta particolarmente fuori luogo. Invece di limitarsi a dire che di risposte non ce ne sono, Riboldi si è sentito comunque in dovere di difendere un operato di cui ancora non conosce i dettagli. Ha parlato di un numero di appuntamenti fittizi «irrisorio», ma subito dopo si è corretto, ammettendo di non sapere quanti fossero realmente. Una contraddizione evidente, che rende ancora più urgente fare chiarezza".

"Non meno preoccupante - aggiungono - è la nomina del dottor Tranchida a direttore della Città della Salute di Torino, senza che siano stati chiariti i suoi legami con quel “modello Cuneo” che oggi appare tutt’altro che solido. Prima di esportarlo altrove, sarebbe necessario verificare a fondo cosa non funziona".

"Per questo - concludono - continuiamo a chiedere trasparenza sui dati, verifiche puntuali e risposte semplici a domande altrettanto semplici: gli appuntamenti fittizi sono stati conteggiati oppure no nei risultati vantati dall’assessorato, e inviati come da normativa al Ministero? Non è una questione tecnica, ma di fiducia dei cittadini verso il servizio sanitario regionale e di rispetto del Piano nazionale di governo delle liste d’attesa".