Città della musica: ciò che c’è, ciò che manca

Una riflessione sull'auditorium che a Fossano non c'è

Fondazione Fossano Musica Pioggia
Foto di Enzo Fornione

La città della musica. Lo abbiamo detto spesso. Ed è così. Fossano non è soltanto la città delle quattro torri, ma grazie ad un fermento artistico importante, e soprattutto grazie alla Fondazione Fossano musica e ad una attenzione alla didattica che molte altre città ci invidiano, ha tutte le carte in regola per definirsi città della musica.
La città è fatta di case e Fossano ha una “casa” della musica che dopo importanti investimenti ora è degna di portare questo nome, con una struttura, palazzo Burgos, che mette insieme la bellezza e la storicità di una dimora storica con la modernità, gli allestimenti e le dotazioni di una scuola di musica al passo con i tempi.
Fondazione Fossano musica, nata da Comune di Fossano e Fondazione Cassa di risparmio di Fossano, ha raccolto l’eredità del civico istituto Baravalle permettendo di fare un ulteriore passo avanti e i numeri danno ragione di quella scelta con iscritti che molte altre scuole invidiano.
Cosa manca allora per poter dire davvero che Fossano è la città della musica? Una casa per suonare, un luogo dedicato dove poter - tutto l’anno - allestire spettacoli, realizzare concerti. In altre parole, un auditorium al coperto, un bisogno che le 500 persone che giovedì scorso erano nel cortile della Calvino-Paglieri hanno sperimentato in modo diretto, sotto la pioggia che non ha permesso di portare a termine lo spettacolo, peraltro di una qualità che realtà ben più grandi della nostra si sognerebbero.
Giovedì erano 400 gli spettatori, 90 i musicisti sul palco. Sono numeri importanti.
Quello di un auditorium a Fossano è un tema che periodicamente torna alla ribalta e periodicamente viene rimesso nel cassetto. Si cercano soluzioni ibride, si tampona, ma il problema resta.
Forse sarebbe il caso di ritornare sulla questione, con un ragionamento di prospettiva, un investimento di prospettiva partendo da una peculiarità fossanese: qui non soltanto si ospitano e si possono ospitare grandi concerti e grandi spettacoli. Qui i giovani si formano in campo artistico e qui si producono nuovi spettacoli, nuovi spartiti, nuova musica.
Servirebbe tornare a parlarne: lanciamo il sasso come giornale che da sempre racconta il territorio ed è attento anche al versante culturale di questa città e del suo hinterland. Servirebbe sentire tutti gli attori coinvolti. E diciamo attori non a caso. Perché in parallelo alla musica c’è il mondo del teatro locale che meriterebbe spazio e spazi.
Fossano ha una bella tradizione di teatro, e non da oggi. Una tradizione fatta di artisti locali, di formazione, di belle collaborazioni. Da un lato la Corte dei folli con una miriade di attività, concorsi teatrali, scambi con alte compagnie da tutta Italia, dall’altro Mascateatrale con il suo lavoro di teatro sociale e progetti legati al territorio.
Musica e teatro spesso dialogano, si incontrano, si compenetrano.
E poi Fossano è anche la città della Filarmonica Arrigo Boito che a breve tornerà nella sua sede, completamente restaurata, ma ha bisogno di spazi per poter regalare musica alla città.
Vale la pena pensarci. Senza contare che un Auditorium a Fossano non sarebbe soltanto per Fossano e i fossanesi, ma per un bacino molto più grande in cui la città degli Acaja, anzi la città della musica e del teatro, guarda caso, è baricentrica dal punto di vista geografico. E potrebbe far valere una volta tanto questa sua posizione.