Le “farfalle libere” che dopo la mastectomia non vogliono le protesi

Quello che segue la mastectomia non è necessariamente la ricostruzione. Può sembrare scontato, ma non lo è. Tant’è che a livello mondiale esiste l’«International flat day», vale a dire “una giornata dedicata alla comunità flat per unirsi e diffondere la consapevolezza della ricostruzione del seno e dell’opzione flat”: flat, letteralmente “piatta”, indica la non ricostruzione. La ricorrenza cade il 7 ottobre.

Anche in Italia e in provincia di Cuneo c’è chi vuol diffondere la voce delle donne che “hanno detto «no» alle protesi dopo la mastectomia” e far sapere che queste ultime “non sono obbligatorie”. Il canale è Facebook che, se usato bene, può mettere in comunicazione persone lontane nello spazio, ma chiamate a misurarsi con le stesse difficoltà. E il gruppo di riferimento è “Mastectomia semplice senza ricostruzione - Flat farfalle libere”: “Il motivo che ci ha portato a dare vita a questa pagina - si legge nella descrizione - è riunire a livello nazionale tutte le donne che in fase di mastectomia hanno deciso di rimanere flat, senza ricostruzione. Anche con un seno solo”.

La referente per il Piemonte e la provincia di Cuneo è Sara Vianino, che così racconta com’è nata e si svolge l’attività di sensibilizzazione sul tema: “Siamo tre donne - Donatella, Paola ed io - che si sono incontrate sulla via del tumore al seno, o meglio sulla via della mastectomia, mentre cercavano informazioni chiare e testimonianze complete di chi già ci era passata, per capire quale potesse essere il percorso migliore per loro. Persone diverse, ma accomunate dalla stessa patologia e dalla voglia di vivere al meglio questa esperienza e di fornire supporto alle altre numerosissime donne che incappano in un tumore al seno che richiede mastectomia. Tra confidenze, confronti, scontri e affetto, portiamo avanti un gruppo Facebook - nato nell’aprile del 2024 - che in un anno di vita ha visto iscriversi più di 1.000 persone. Un dato, questo, che se da una parte ci rende fiere di quello che stiamo facendo e ci incoraggia ad andare avanti, dall’altra è indice di un aumento importante della diffusione del tumore al seno e spesso anche di una sanità che non sempre si prende davvero cura della paziente nella sua interezza. Oltre ad avere raccolto e selezionato testimonianze, abbiamo creato su Facebook, oltre alla  pagina pubblica, un gruppo privato dedicato al nostro argomento privilegiato, il «flat», ma anche alle altre tecniche ricostruttive; abbiamo attivato dei gruppi WhatsApp regionali, per creare dei legami più stretti tra chi di noi vuole sentirsi, incontrarsi, scambiarsi informazioni più «locali». Chi vuole può richiedere il disegno che abbiamo realizzato e che ci rappresenta per stamparlo su magliette o altro materiale, diventando così «manifesti parlanti». Abbiamo poi realizzato un video che raccoglie immagini di donne flat o mono-seno per raccontare che cosa significa avere un seno in meno o nessuno dei due. Abbiamo contattato giornali, strutture sanitarie, associazioni di vario genere per diffondere sempre più informazioni e sensibilizzare più persone possibili sull’argomento flat. Rilasciamo interviste su giornali locali, abbiamo partecipato a trasmissioni televisive, prendiamo parte a varie manifestazioni e creiamo gemellaggi con altre realtà che si occupano della salute e del benessere delle donne. In breve, facciamo cultura”. “La ricostruzione del seno - continua Sara Vianino, a nome di tutto il gruppo - è una delle strade che contribuiscono a «togliere il tumore dalla testa delle donne»: questa frase, detta da un importante oncologo, racchiude molto bene il pensiero della maggior parte dei medici e dei chirurghi che si occupano di tumore al seno. È una nobilissima intenzione che sicuramente va incontro al desiderio di molte donne che con la ricostruzione del seno riescono a rielaborare con meno difficoltà il faticoso percorso oncologico. Non di tutte, però: alcune chiedono e vogliono restare flat, piatte, per i più svariati motivi, come aver già avuto problemi con protesi o espansori, aver fatto radioterapia, desiderare una ripresa e un ritorno a una vita normale il più veloce possibile e con meno rischi e problematiche future. E, non per ultimo, non volere dentro di sé dei corpi estranei”.

Dalle testimonianze raccolte è nato, inoltre, un libro, o meglio un pdf, consultabile sempre tramite il gruppo Facebook “Mastectomia semplice senza ricostruzione - Flat farfalle libere”.