After the hunt – Dopo la caccia

After The Hunt

di Luca Guadagnino; con Julia Roberts, Ayo Edibiri, Andrew Garfield, Michael Stuhlbarg, Chloe Sevigny, 2025, Usa-Italia, durata 139 minuti.

Regista “da festival”, amato da un certo tipo di critica ma spesso ignorato dal pubblico vero che paga il biglietto e va al cinema, (“Queer”, 2024, è costato 52 milioni di dollari e ne ha incassati 12 in tutto il mondo; “Bones & All”, 2022, è costato oltre 20 milioni e nonostante il Leone d’argento al Festival di Venezia 2022 in Italia ha incassato poco più di 1 milione di euro e 14 nel resto del mondo; “Suspiria”, 2018, costato oltre 20 milioni, ha incassato meno di mezzo milione in Italia e circa 7 milioni nel mondo) Luca Guadagnino incredibilmente, nonostante i numerosi e ripetuti fallimenti continua a sfornare una pellicola all’anno, e il 2025 è la volta di  “After the hunt”, probabilmente accanto a “A bigger splash” (2015) tra le pellicole più interessanti del talentuoso e discusso regista palermitano.

Presentato Fuori Concorso a Venezia 2025, il film è ambientato all’università di Yale, a New Haven nel Connecticut, vera e propria icona dell’istruzione negli Stati Uniti e impareggiabile crocevia di culture, idee e innovazioni. Lì, in quell’ambiente complesso e raffinato (ricordiamolo, un anno di retta per uno studente a Yale costa circa 98.000 dollari), si incrociano le vite di Alma/Julia Roberts, di Frederik/Michael Stuhlbarg, di Maggie/Ayo Edibiri e di Hank/ Andrew Garfield. Alma è un’apprezzata docente di filosofia, Hank è il suo assistente, collega e forse amante, Maggie una giovane e (forse) promettente studentessa, Frederik, dolce e bistrattato marito di Alma, è uno psicoanalista e dei quattro è l’unico a non avere a che fare con l’università.

A New Haven, a prima vista, la vita scorre tranquilla tra un party e l’altro, professori e studenti discutono amabilmente del più e del meno, parlando di libri da scrivere e ricerche da svolgere che in realtà scriverà qualcun altro o magari l’Intelligenza Artificiale perché in tutto il film né i professori né gli studenti hanno mai un libro davanti, e le scene ambientate durante le lezioni (peraltro pessime) si contano sulle dite delle mani di un monco. Ed è proprio al termine di un’affollatissima festa a casa di Alma che si consuma il dramma. A fine serata Maggie ed Hank escono insieme, ma il giorno seguente la studentessa accusa il professore di averla molestata sessualmente. Da quel momento in poi tutto precipita: sono vere le accuse di Maggie?

Quanto è credibile la difesa di Hank? Alma con chi si schiererà? Sono plausibili i sospetti di Frederik sulla contorta personalità di Maggie? Film al tempo del MeToo, “After the hunt” è un thriller psicologico assai verboso e dalle molte sfaccettature in cui tutti mentono (tranne Frederik) e nessuno appare per quel che è. Tutti ingannano, e si auto ingannano, in base ad enormi, strutturati pregiudizi, studenti e professori, giovani e adulti sono tutti allo stesso modo colpevoli, nessuno è innocente, ma tutti, proprio tutti, pensano di esserlo, pronti a scagliare la prima pietra. Ma nessuno, né Alma, né Hank, né Maggie, è disposto a scrutare nel proprio animo, soltanto in quello degli altri. E poiché scegliere e scrutare è complicato, anche Guadagnino si astiene, lasciando tutti in mezzo al guado.