Questa notte - tra sabato 25 e domenica 26 ottobre - le lancette torneranno indietro di sessanta minuti: alle 3 saranno di nuovo le due. Arriva così l’ora solare, quella “vera”, che ci accompagnerà fino a marzo. Un piccolo rituale stagionale che ogni anno divide gli italiani: c’è chi esulta per l’ora di sonno guadagnata e chi, più malinconico, sente già la nostalgia delle giornate lunghe e luminose.
Il cambio dell’ora nasce per risparmiare energia, sfruttando meglio la luce naturale. Un tempo serviva davvero: meno lampadine accese, bollette più leggere. Oggi l’effetto economico è modesto, ma la tradizione resiste. E anche la confusione: sveglie che si aggiornano da sole, forni e cruscotti che restano indietro, e il solito dubbio – “ma si dorme di più o di meno?” – che puntualmente divide famiglie e gruppi WhatsApp.
Sul piano fisico, però, lo spostamento non è sempre innocuo. Il nostro orologio biologico impiega qualche giorno ad adattarsi: c’è chi si sente più stanco, chi si sveglia troppo presto, chi diventa inspiegabilmente nervoso. La luce che cala presto può influenzare l’umore, specie nei più sensibili al “mal d’autunno”. Gli esperti consigliano di esporsi alla luce del mattino, mantenere orari regolari e non esagerare con il caffè.
Insomma, il ritorno all’ora solare è un piccolo spartiacque tra l’estate dei ricordi e l’inverno che arriva. Un’ora in più nel letto, sì, ma anche un segnale che le giornate si accorciano e che presto toccherà accendere non solo le luci… ma anche il buonumore.


























