Aggredito da un pitbull, finisce al Pronto soccorso

La spaventosa disavventura occorsa ad un podista centallese

Cuneo Ospedale Santa Croce 03
Foto di Loris Salussolia

Aggredito da un pitbull mentre correva su una strada di campagna, è stato operato a Cuneo dove gli è stato ricucito il bicipite strappato a morsi. È la spaventosa disavventura capitata al centallese Matteo Peretti mentre stava percorrendo via Tasnere a Tarantasca, una strada di campagna frequentata da ciclisti e runner. La ascoltiamo dalla voce del fratello gemello Davide, anche lui runner, primo ad accorrere al Pronto soccorso del Santa Croce con la sorella Cristina.

“È successo sabato mattina alle 8,30 - racconta -. Matteo si stava allenando in vista della Maratona di Torino. Arrivato a ridosso di un gruppo di case, ha visto un pitbull, a 10 metri, libero, fuori dal cancello. Ha fatto per indietreggiare, ma il cane gli è staltato addosso. Si è riparato con un braccio e ha cominciato a gridare a tutta forza, poi è riuscito a liberarsi mettendogli un dito nell’occhio, è scappato nel campo, ma è inciampato e il cane gli è tornato addosso cercando di moderlo sul collo”. La colluttazione è finita quando un vicino, richiamato dalle urla, è uscito con il furgone ed è riuscito ad allontanare il cane. “Soltanto dopo - prosegue - sono arrivati i proprietari, che hanno riportato il pitbull dentro il cortile sostenendo che non è aggressivo. Nel frattempo, il vicino aveva chiamato l’ambulanza che lo ha portato d’urgenza al Santa Croce. Ha anche chiamato nostra madre, con il numero che mio fratello ricordava a memoria, e così siamo stati avvisati e siamo andati al Pronto soccorso”. 

Continua Davide: “Matteo non ha mai perso conoscenza, anche se era visibilmente traumatizzato. Ci siamo parlati e mi ha raccontato quel che è successo. Il pitbull gli ha portato via un pezzo di muscolo, aveva escoriazioni sul corpo e un taglio dietro l’orecchio”. È stato operato la domenica mattina. “Ora dovrà fare fisioterapia per chissà quanto tempo, fino a che il muscolo non tornerà a saldarsi e a flettere - conclude -. Non sappiamo quanto ci vorrà e quanto lo condizionerà. Appena avremo il referto provvederemo con la denuncia, anche perché non vogliamo che capiti ad altri, che la negligenza di qualcuno rovini la vita alle persone. Se ci fosse stato un bambino, una donna o una persona atleticamente meno preparata di mio fratello, sarebbe andata ben peggio”.