Cecilia Camellini, dalla vasca alla mente

Si è raccontata a la Fedeltà in occasione dell’incontro a Fossano con i ragazzi della Vivisport

Cecilia Camellini è un’icona del nuoto paralimpico italiano, una campionessa che ha saputo riscrivere il significato di limite. Atleta della categoria S11 (disabilità visiva), nata nel 1992 a Modena, la sua carriera sportiva è stata di spicco internazionale con la partecipazione a tre edizioni dei Giochi Paralimpici (Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016) e la vittoria di ben sette medaglie, di cui due ori a Londra.

Dopo aver lasciato le vasche, Cecilia si è concentrata su un’altra sua grande passione, che ha trasformato in professione: la psicologia. Oggi unisce l’esperienza viscerale dell’agonismo ad altissimo livello alla scienza della mente, dedicandosi in particolare al supporto degli atleti che affrontano la doppia carriera (sport e studio).

A Fossano, grazie al fratello Stefano Camellini, coordinatore della scuola nuoto della Vivisport, ha diviso la giornata di sabato 25 ottobre in alcuni incontri con i giovani Esordienti e Categoria della società fossanese per raccontare loro la sua storia, approfondire lo stato di flow e delle Paralimpiadi, immergendosi nella sua doppia vita, tra le medaglie e le sfide dell’identità fuori dall’acqua.

[...] Qual è la gara che ricordi di più della tua carriera? La prima che mi viene in mente sono i 100 stile libero a Londra 2012. Ma ricordo anche la primissima gara a sei anni: arrivai ultima e dissi a mia madre che avrei smesso. Il mio allenatore di allora, invece, mi disse: “Ho visto come ti sei impegnata, questo ti porterà lontano”.

L'intervista completa su La Fedeltà del 29 ottobre
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