“Ancora una volta siamo qui a raccogliere quell’invocazione cara a don Mario: Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”

Serata in memoria di don Mario Picco a 35 anni dalla morte avvenuta il 4 novembre 1990

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“Ricordare don Mario significa celebrare una memoria cara a tutti noi, alle nostre comunità, alla nostra Chiesa locale”. È con queste parole che don Damiano Raspo ha introdotto la serata dedicata a don Mario Picco, a 35 anni dalla morte. All’incontro, che si è svolto il 12 novembre nei locali del Seminario di Fossano (di cui don Mario è stato rettore dal 1981 fino alla sua morte), ha partecipato un centinaio di persone: c’erano un bel gruppo di parenti (tra questi il fratello Francesco e la sorella Irma), sacerdoti, amici, colleghi insegnanti del Liceo Ancina (dove don Mario ha insegnato religione per tre anni), ex allievi del Seminario.

Due momenti hanno caratterizzato la serata. Il primo si è svolto nella incantevole cappella, che egli stesso fece costruire affidandola al genio di padre Costantino Ruggeri, frate e artista (memorabili le sue vetrate). Nella messa, presieduta dal vescovo Piero Delbosco e animata da alcuni amici di don Mario, don Damiano ha ricordato una delle frasi bibliche più care al sacerdote scomparso prematuramente e improvvisamente nel 1990: “Se Tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Isaia 63,19). Invocazione dal sapore liturgico visto l’Avvento ormai alle porte, e soprattutto attualissima visti i rivolgimenti che attraversano questo nostro tempo. “Quante volte l’abbiamo sentito pronunciare questa frase proprio qui, commentando gli arredi caratteristici di questa cappella – ha aggiunto -: le sue fessure, le sue spaccature (come quella che attraversa l’altare), squarci e brecce in cui Dio si infila per rompere le nostre durezze e aprire le nostre chiusure. Questa sera siamo ancora una volta qui a raccogliere l’invocazione di don Mario”.

La seconda parte è stata scandita da tre parole – memoria, sapienza, profezia – che davano il titolo alla serata (qui lo schema) e da tre testimonianze che offrivano una chiave interpretativa dell’opera e della figura di don Mario. Sono intervenuti (i primi due con una videoregistrazione e il terzo in presenza) Stella Morra, teologa fossanese, padre Cesare Falletti, fondatore del monastero di Pra ‘d Mill, Alessandro Parola, sanbiagese, Preside reggente dell’Ancina a Fossano. Amici di don Mario i primi due, alunno in Seminario il terzo quando il sacerdote originario di San Biagio era rettore.

“La Chiesa sognata da don Mario” (Stella Morra)

“Uno spirito da monaco” (Cesare Falletti)

“Note biografiche” (Alessandro Parola)

Prima di una graditissima bevanda calda con pasticcini offerta dalla Pro Loco di Fossano, don Damiano (che ha organizzato l’incontro insieme a Dario Armando e all'autore dell'articolo, con il sostegno della diocesi di Cuneo-Fossano) ha concluso così la serata: “Una missione, un dialogo interrotti… recita la scritta posta sul cippo nel luogo dell’incidente. Oggi si potrebbe aggiungere Memoria – Sapienza – Profezia, perché quella scritta del 1990 rimane vera in quanto la missione di quel credente in dialogo (tranciata sul vivo) è ancora generativa: continuiamo a far memoria dell’opera del Signore nella sapienza del nostro amico Mario aperti al futuro”.