“Porto quotidianamente nel cuore, con dolore, la sofferenza delle popolazioni in Palestina e in Israele, dovuta alle ostilità in corso”. Lo ha detto Papa Francesco, domenica 3 marzo, al termine dell’Angelus, ricordando “le migliaia di morti, di feriti, di sfollati, le immani distruzioni”, che “causano dolore, e questo con conseguenze tremende sui piccoli e gli indifesi, che vedono compromesso il loro futuro”. Il Pontefice si domanda: “Davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo, davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta, per favore! Diciamo tutti noi: basta, per favore! Fermatevi!”.
Dal Papa l’incoraggiamento a “continuare i negoziati per un immediato cessate-il-fuoco a Gaza e in tutta la regione, affinché gli ostaggi siano subito liberati e tornino dai loro cari che li aspettano con ansia, e la popolazione civile possa avere accesso sicuro ai dovuti e urgenti aiuti umanitari”. “E per favore non dimentichiamo la martoriata Ucraina, dove ogni giorno muoiono tanti. C’è tanto dolore là”.
Il disamo è un dovere morale
“Il 5 marzo ricorre la seconda Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e la non proliferazione. Quante risorse vengono sprecate per le spese militari che, a causa della situazione attuale, continuano tristemente ad aumentare!”. Il Papa, al termine dell’Angelus, ha auspicato “che la comunità internazionale comprenda che il disarmo è innanzitutto un dovere, il disamo è un dovere morale”. “Mettiamo questo in testa – ha aggiunto -. E questo richiede il coraggio da parte di tutti i membri della grande famiglia delle Nazioni di passare dall’equilibrio della paura all’equilibrio della fiducia”.