L’addio a Dario Dutto, 91 anni

Artigiano e artista con i fratelli aveva dato vita al laboratorio fossanese di corso Trento

Dario Dutto

Non amava essere definito artista, preferiva di gran lunga il termine artigiano. Ma lascia oltre duemila opere tra quadri, sculture e oggetti da lui creati con grande passione, ingegno e cuore. Nella notte tra lunedì e martedì è morto Dario Dutto, 91 anni, l’ultimo dei quattro fratelli che diedero vita al laboratorio artigiano di corso Trento in quella bottega costruita da papà Giuseppe in quei terreni fuori dal centro abitato fossanese che di lì a poco si sarebbero riempiti di case e palazzi nello sviluppo di borgo Salice.

Lui insieme a Giuseppe (Nini, morto nel 2019), Piero e Renato sono cresciuti nel laboratorio di famiglia, tra legno, colla e vernici, in un’attività che negli anni è cresciuta mettendo insieme produzione di mobili, restauri e tanta passione. Il suo punto di forza era la scultura, come ricordano i famigliari, e mentre ancora era preminente la cultura e il fascino del barocco anche nei mobili e nell’arredamento, Dario si avvicinava a forme più contemporanee, in quello che oggi chiameremmo modernariato, collaborando con giovani architetti e artisti del design.

Una lunga vita la sua, in cui la passione per il lavoro e l’arte è pari soltanto all’amore per la sua Giuse (Giuseppina Lovera) con la quale ha condiviso tutto in oltre 60 anni di matrimonio. Proprio per dedicare più tempo a lei, ad un certo punto ha deciso di rinunciare al lavoro, nonostante abbia continuato spesso a frequentare il laboratorio, la sua seconda casa. Il grande amore per Giuse, dal quale sono nati i figli Davide, Debora e Samuele, è qualcosa che non soltanto i famigliari e amici più stretti hanno potuto vedere. Ancora di recente e fino a quando la salute glielo ha permesso, non era raro incontrarli per strada, passeggiare mano nella mano (appassionati camminatori entrambi) come due giovani innamorati. Un inno all’amore.

Nella foto scelta per il manifesto funebre lo si vede sorridente seduto all’interno di una cornice che si trovava nel laboratorio di famiglia che ora prosegue con il nipote Giorgio (figlio di Nini) e il figlio Daniele. Così come per il fratello mancato pochi anni fa, anche per Dario come camera ardente è stato scelto il laboratorio, dove la sua bara è abbracciata dagli strumenti del lavoro e soprattutto dalle sue tantissime opere, tra quadri e sculture.

Il funerale mercoledì 31 luglio alle 15,30 nella parrocchia di Santa Maria del Salice in quella chiesa che li vide sposi 64 anni fa, primo matrimonio ad essere celebrato nella nuova chiesa quando ancora erano in corso gli ultimi lavori. Il rosario martedì sera alle 18,30, sempre al Salice.

Dario lascia la moglie Giuseppina, i figli Davide, Debora con Domenico, Samuele con Dorina, i nipoti Nicola, Stefano, Benedetta e Luca. A tutti loro giungano le affettuose condoglianze de La Fedeltà.