Ayla, la casa è speranza

Uno spazio di accoglienza, ascolto e ripartenza per le donne

Ayla Casa Delle Donne Cuneo

“Ayla è stata per noi proprio quel raggio di luna in un momento di buio e solitudine, quell’abbraccio di speranza di cui avevamo bisogno!”. Cristina, Elizabeth, Medina, Philo e Glory, definiscono così Ayla, la casa delle donne che le ha ospitate, il progetto della Caritas diocesana di Cuneo-Fossano inaugurata nel novembre 2024 in via Senatore Toselli 2bis, a Cuneo.

Ivana Lovera, responsabile del centro di ascolto di Cuneo spiega così Ayla: “Il nome di questa casa racchiude tante culture e tante sfumature. In lingua turca significa ‘luce della luna’; in arabo simboleggia la famiglia, in ebraico significa quercia e, nella cultura cristiana, è il termine che indica lo sguardo dei Profeti dopo che hanno parlato con Dio. La casa delle donne nasce dalla volontà di creare uno spazio di prima accoglienza per donne in grave marginalità e al contempo un luogo in cui costruire sinergie tra organizzazioni pubbliche e private sul tema della parità di genere, al fine di costruire una cultura del rispetto”.

Strutturata su due piani, la casa ha 5 posti letto e 1 di emergenza, che accolgono donne in momenti di particolare fragilità. Il piano terra ospita un centro multigestito, dove le associazioni, i gruppi e gli enti trovano uno spazio per realizzare le attività più diverse. C’è uno spazio di ascolto, aperto tutte le mattine dalle 9 alle 12, dove chi si presenta è ascoltato e indirizzato. C’è inoltre un salottino dove le donne possono prendere un caffè (parte dei mobili è stata regalata da Emmaus), chiacchierare o fare qualche attività, tra cui lavorare a maglia o leggere. Una terza sala, con 25 posti circa, è attrezzata per organizzare corsi di formazione e ricreativi.

Si tratta quindi di un luogo dove trovare riparo, ma anche uno spazio di aggregazione sociale. Il costo complessivo per la gestione di Ayla è coperto da un contributo del Comune di Cuneo, un contributo di Legambiente e dalla Caritas diocesana attraverso i Fondi 8xmille.

“Ognuna di noi ha una sua storia, un suo passato difficile e in salita - spiegano le cinque donne nel racconto della responsabile Ayla Isa Bergese -: alcune di noi sono state vittime di uomini violenti, altre hanno perso il lavoro e non sono riuscite a reinserirsi, alcune sono cadute nella dipendenza, ma tutte abbiamo emozioni che ci accomunano: la solitudine e la stanchezza. Le nostre famiglie sono lontane, quasi sempre nel paese di origine, molte di noi hanno figli che non vedono da anni, ma a cui dobbiamo provvedere e sono carichi tanto grandi da portare da sole! Ayla ci ha permesso di alleggerire questo peso, di poter riposare in una delle due stanzette colorate, di lavarci e lavare i nostri abiti, di poterci ritrovare la sera nel salottino e parlare tra di noi raccontandoci la giornata, di poter scegliere un libro dalla nostra piccola biblioteca e ritagliarci un’oretta tutta per noi, quella normalità che avevamo ormai dimenticato”.