Aggressione a un capotreno, in due a processo

I fatti risalgono all'estate 2021 sulla linea Fossano-Limone Piemonte

Treno

Parla di “un’escalation di aggressività” il capotreno aggredito a bordo di un convoglio sulla linea Fossano-Limone. Per quanto accaduto nell’estate del 2021, due extracomunitari devono rispondere davanti al giudice del reato di minaccia a pubblico ufficiale.

All’origine dei fatti un’accesa discussione sul pagamento dei biglietti a bordo del treno. I due erano stati trovati privi del titolo di viaggio sul regionale partito da Fossano alle 17,25. “Uno dei due - ricorda il capotreno - ha detto che avrebbe pagato per entrambi, pretendendo lo sconto in maniera arrogante e presuntuosa. Gli ho detto che non era una mia facoltà”. Il passeggero aveva comunque acconsentito a saldare; ma il capotreno, non potendogli dare il resto esatto, gli aveva rilasciato un tagliando: “Ho spiegato che avrebbero potuto riscuotere in stazione”, ha riferito in aula la persona offesa.

I due avevano in un primo tempo acconsentito, aggiunge, ma alla partenza dalla stazione di Centallo avevano iniziato a pretendere il resto in moneta con fare sempre più aggressivo: “Gli ho rispiegato che la somma l’avrebbero ritirata tra dieci minuti in stazione, ma uno di loro mi metteva mani sul petto per impedirmi di proseguire e l’altro mi sbarrava la strada”. Il dipendente ferroviario aggiunge di essersi intimorito dopo aver ricevuto un secondo spintone “molto più energico” e di aver deciso, a quel punto, di allontanarsi in coda al treno e chiudersi la porta alle spalle: “Loro mi hanno seguito, hanno cercato di scardinare la porta. Alternavano urla a manate, gridando di venire fuori”.

Anche altri due viaggiatori confermano di aver sentito urla e accuse di aver “rubato i soldi” rivolte al capotreno. Uno dei due, un militare in servizio, aveva provato a calmare gli animi e cercato, senza successo, di raggiungere il ferroviere. All’arrivo in stazione a Cuneo era intervenuta la Polizia ferroviaria, chiamata nel frattempo: “Quando ho visto gli agenti sulla pensilina mi sono sentito rassicurato e ho aperto la porta - riferisce ancora la persona offesa -. Ho spiegato l’accaduto e gli agenti hanno fatto un giro per riuscire a trovarli e identificarli; salito in stazione, li ho notati in biglietteria intenti a riscuotere il voucher”.

Il timore, aggiunge, si era protratto nei giorni successivi, fino alla denuncia: “Avevo il timore che mi avessero fatto un video, per riuscire a rintracciarmi in qualche modo”. Oggi il capotreno è costituito come parte civile.