Si era mossa male fin dall’inizio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, troppo squilibrata in favore del governo israeliano, al punto da essere richiamata all’ordine anche da alcuni governi nazionali. Si imputò questa sua prima reazione alla cautela su un tema controverso tra i 27, qualcuno vi trovò una generosa attenuante nella sua nazionalità, prigioniera di una “ragion di Stato” tedesca dopo la tragica Shoah del secolo scorso, come ancora avvenuto con il nuovo Cancelliere tedesco in difesa di Israele.
L'articolo completo di Franco Chittolina
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