Un Auditorium non è un lusso, ma una scelta strategica

Il presidente dell’Arrigo Boito Gianfranco Riorda: “E se si realizzasse in un capannone?”

Arrigo Boito

Fossano è una città che vive di cultura, di musica, di teatro. Una città in cui, ogni anno, tante realtà si danno da fare per organizzare concerti, spettacoli, incontri. Eppure, manca qualcosa di fondamentale: un auditorium, uno spazio coperto, ampio e attrezzato, pensato per ospitare (solo) eventi culturali durante tutto l’anno. Lo abbiamo ricordato più volte negli scorsi numeri del giornale e lo rimarchiamo ancora dopo la chiacchierata con Gianfranco Riorda, ex presidente della Fondazione Fossano musica ed ora presidente della storica Filarmonica Arrigo Boito, che dal 1841 rappresenta uno dei cuori pulsanti della vita musicale fossanese. “Se hai un luogo al coperto dove poterti esibire, puoi far fronte a tutto - spiega Riorda -. Se le previsioni danno temporale, ti sposti lì. Ma qui a Fossano la vera difficoltà è quando le temperature la sera sono tali da non consentire di sedere il pubblico all’aperto: da noi è un periodo molto lungo che va da metà settembre fino a inizio giugno. Non c’è un posto adatto. E questo è un vero peccato”.

Attualmente, la Filarmonica può contare sulla disponibilità del Duomo per i due tradizionali concerti annuali - Santa Cecilia e San Giovenale - ma le criticità sono evidenti. “Il Duomo è un luogo sacro, e va rispettato come tale. Inoltre, non è pensato per i concerti: ci sono i banchi dei fedeli, non una platea; molte persone finiscono sedute nelle navate laterali, da dove si vede poco e non si sente bene. Siamo grati di poterci esibire lì, ma non è una soluzione definitiva”. Altre location cittadine non sono adatte a ospitare un ensemble di grandi dimensioni. “Noi a I portici, ad esempio, non ci potremmo nemmeno stare: la banda è composta da circa 50 musici, ma con i ragazzi di Orchestrando arriviamo a 80 persone. Su quale palco fossanese possiamo suonare, ad oggi?. La Filarmonica, sottolinea Riorda, potrebbe fare molto di più: “Potremmo organizzare festival, accogliere formazioni da altre regioni; abbiamo due proposte di gemellaggio dal Veneto e dalla Toscana… le richieste non mancano. Ma dove li facciamo esibire, i nostri ospiti? Sotto il sole di piazza Castello? Se piove, dove si va? L’Auditorium Calvino può essere perfetto per alcune attività, ma solo nel periodo estivo e concentrare tutto in poche settimane, quando nel resto della provincia è tutto un fervore di festival e iniziative, può essere controproducente”.

La mancanza di una struttura adeguata penalizza non solo la Filarmonica, ma tutta la comunità culturale di Fossano: cori, compagnie teatrali, scuole, associazioni culturali e letterarie che “oggi devono arrangiarsi in spazi non sempre ideali. Un auditorium sarebbe uno spazio duttile, utile a tutti”.

Una sala da  500-600 posti  non è solo un desiderio culturale, è una reale esigenza territoriale: “In provincia nessuno ha una capienza così  a parte il Sociale di Alba: il Toselli di Cuneo è bellissimo ma piccolo; il Milanollo di Savigliano tiene 250-300 persone, il Magda Olivero di Saluzzo ha un palco ridotto. Bra ha un teatro da 360 posti. Fossano è centrale geograficamente: può diventare un punto di riferimento”.

Anche la sostenibilità economica del progetto è già oggetto di riflessione. “È giusto prevedere un affitto per chi lo utilizza, così da aiutare la gestione e coprire i costi, ma senza esagerare. Deve essere accessibile, altrimenti pochi se lo potranno permettere. E poi serve un gestore vero, che non si occupi solo di aprire e chiudere: serve qualcuno che curi la programmazione, il calendario, le esigenze tecniche. Se ci fosse un Ente manifestazioni potrebbe occuparsene”.

Non solo: la Arrigo Boito ha “la fortuna di avere una sede propria, ora in fase di ristrutturazione, ma abbastanza ampia da poter ospitare le prove della banda. Non tutte le realtà culturali, però, hanno una sede adeguata per le prove e gli allestimenti di spettacoli. Anche per questo aspetto l’Auditorium sarebbe utile”.

Il progetto, secondo Riorda, non richiede cifre astronomiche, ma soprattutto volontà politica e progettuale. “Non sono un tecnico, ma non stiamo parlando di centinaia di milioni. Se si vuole, si può fare. I fondi ci sono: europei, regionali, anche da privati. Basta volerlo davvero”. Le ipotesi, del resto, non mancano. “C’è chi ha proposto di adattare la Forti Sani, una struttura che ha già uno spazio ristorante e potrebbe essere riconvertita. Concordo con questa idea, ovviamente coprendo i campi da bocce all’aperto, in modo da garantire ancora il lato ‘sportivo’ del bocciodromo che ha anche una forte valenza sociale”. La Corte dei Folli ha ipotizzato di stravolgere e ristrutturare la ‘Brut e bon’ e i locali annessi: “Il cantiere necessario sarebbe davvero importante, ma è un’opzione interessante. E poi butto lì un’idea: un capannone industriale, come il Teatro Concordia di Venaria Reale. Lì hanno ricavato 900 posti a sedere, pareti mobili che possono ridurre la platea a 300 o 600 posti, foyer ampio, struttura funzionale. Lo hanno arredato bene sia all’interno sia all’esterno. Ma di fatto è un capannone”.

Riorda non ha dubbi: “Un Auditorium a Fossano è indispensabile. Non è un lusso, ma un’infrastruttura strategica per la crescita della città".