Il pasticcio degli autovelox: Robaldo scrive a Mattarella

Luca Robaldo, presidente della Provincia
Luca Robaldo, presidente della Provincia - Foto Carla Vallauri - Ufficio stampa Provincia di Cuneo

Nella Granda, che conta 3.200 km di strade di competenza provinciale e quasi 2.000 vittime dell’asfalto dal 1998 al 2024, il problema emerge con forza. Per questo Luca Robaldo, il presidente della Provincia, ha inviato una lettera al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il problema è quello noto degli autovelox sulle vie di comunicazione del Paese, che non sono omologati e che, in caso di ricorsi, rischiano perfino di comportare costi aggiuntivi per le Pubbliche amministrazioni.

“Nel Cuneese - si legge nella lettera inviata da Robaldo a Mattarella - molti incidenti mortali sono riconducibili a comportamenti scorretti alla guida, in particolare l’eccesso di velocità, e derivano dalla vastità del territorio e dall’assenza di grandi infrastrutture autostradali che obbliga il ricorso alla viabilità provinciale per spostamenti tra i tanti piccoli centri per motivi di lavoro, studio, divertimento. La rete stradale della Provincia Granda presenta peraltro un elevato numero di peculiarità e criticità: si spazia da piccole strade di montagna chiuse per dissesti idrogeologici, a strade di collegamento di pianura ad elevato traffico veicolare, ai difficoltosi collegamenti da e verso Francia e Liguria”. Nonostante l’elevato tasso di mortalità per incidente e la decisione, da parte della stessa Provincia nel 2023, di collocare un autovelox su un tratto di competenza nell’Albese, “il problema della gestione della sicurezza stradale e del controllo della velocità su strada si è acuito”, osserva suo malgrado Robaldo, che spiega: “Pur in presenza di questi strumenti elettronici che potrebbero contribuire alla riduzione degli incidenti stradali, dati i mancati aggiornamenti delle norme del Codice della strada in relazione ad essi, molti giudici di pace, considerando il vuoto normativo vigente, annullano le sanzioni da autovelox. Ciò costringe le Amministrazioni locali a sospendere i servizi di controllo elettronico della velocità su strade per carenza di omologazione normativa con il conseguente rischio di aumento della mortalità sulle strade del territorio”. Come se questo non bastasse, si aggiunge il fatto che “la Corte di Cassazione ha deciso di «rottamare» tutti i dispositivi di rilevazione della velocità operanti sul territorio nazionale, stabilendo l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni di fornire, in caso di contestazione, prova del corretto funzionamento del cosiddetto autovelox, solo mediante certificazione di omologazione dello stesso”.

Ed ecco il pasticcio all’italiana, ben descritto dal presidente della Provincia: “Non è mai stato emanato il decreto ministeriale contenente i requisiti necessari per procedere all’omologazione di tali apparecchiature. Ciò significa, in altri termini, che tutti gli autovelox installati fino ad oggi non soltanto non risultano omologati, ma non sono neppure astrattamente omologabili. E non è sufficiente neppure dimostrare che il dispositivo sia stato regolarmente approvato con apposito decreto del ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibile”.

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