Le “Metamorfosi” di Franco Blandino

Franco Blandino

Comunicare attraverso il segno, vivere l’arte come rivelazione e momento rigenerante; sperimentare, esplorare e abbracciare nuovi percorsi espressivi, interrogare con le sue opere lo sguardo dell’osservatore e trasmettere emozioni. Questi i moventi interiori che da sempre legano Franco Blandino all’arte figurativa come disegnatore, pittore e illustratore e che il pubblico potrà apprezzare nella mostra “Metamorfosi - energia del cambiamento” dal 22 novembre all’8 dicembre nella ex chiesa del Salice Vecchio.

“Credo di aver ereditato da mia madre l’amore per il tratto - racconta il medico, fossanese d’adozione - da piccolo mi metteva a disposizione fogli e matite per intrattenermi. Lei stessa era molto portata: le piaceva disegnare la moda”. Nato e cresciuto a Torino, con la fortuna di abitare poco distante dall’Accademia Albertina e dalla Gipsoteca, verso i dodici anni cominciò a frequentare da uditore molte lezioni: “Divenni anche amico del responsabile della Gipsoteca e ottenni da lui preziosi consigli - ricorda Blandino -. Scelsi comunque gli studi classici: ero anche un vorace lettore. Credo che il mito sia entrato a far parte del mio immaginario proprio in quegli anni”.

La mostra ospiterà infatti una cinquantina di opere ispirate alle metamorfosi narrate da Ovidio e precedute dalla rappresentazione del caos come incessante processo del divenire affinché ogni forma possa fiorire. “Le metamorfosi suggeriscono la necessità del cambiamento come nuova possibilità di evoluzione e rinascita. Ovidio nel suo poema ne descrisse 250 - prosegue l’artista -, attraverso un uso più deciso dei colori ad olio o tempera che sto sperimentando in questi ultimi anni, ne ho raffigurate diverse esplorando il mito di Pomona in due versioni, di Amore e Psiche, Bacco, Flora, Afrodite, Eros, Fetonte, Europa e altre ancora. Il simbolismo è il linguaggio che sento più affine, mi piace lavorare sul movimento, curare il verismo dei particolari, creare allusioni e giochi di sguardi”.

Un viaggio che dalle visioni filosofiche e poetiche del mito conduce alla religione e si traduce in un messaggio etico e sociale: “Nella ‘Trilogia di Emmaus’ ho rappresentato il passo del vangelo di Luca dove il Cristo risorto appare ai due discepoli e spezza il pane con loro prima di scomparire - dichiara l’autore -. In quell’episodio la potenza della metamorfosì è centrale e sprigiona tutta l’energia del cambiamento che fa spazio alla certezza e alla speranza. I visitatori della mostra avranno a disposizione un pieghevole per approfondire, se vorranno, la lettura di queste opere”.

La carriera artistica di Franco Blandino è densa di riconoscimenti, pubblicazioni, mostre e collaborazioni a progetti culturali. Dal 2014 è illustratore della rivista monregalese Margutte; tra i lavori dell’ultimo periodo è importante menzionare “Passio”, un volume con testi di Egidio Belotti e Flavio Vacchetta pubblicato nel 2017, in cui, oltre ad altri dipinti e immagini realizzate dall’artista, sono raccolte le quattordici stazioni (e una quindicesima tavola extraliturgica sulla resurrezione) della Passione di Cristo dipinte su legno ed esposte l’anno precedente in una mostra allestita dal Museo diocesano di Fossano; nel 2018 ha esordito a Cuneo con la mostra personale “Tra Sacro e Profano”; nel 2019 ha pubblicato la graphicnovel “San Giovenale - Vita e leggende” con approfondimenti di Paolo Ravera; nel 2021 ha illustrato il volume “Miracolo a Cussanio” realizzato in collaborazione con Walter Lamberti; nel 2018 ha realizzato lo “stendardo” per la “Giostra de l’oca” di Fossano.

“Il bozzetto dello stendardo del Palio sarà esposto anche in questa mostra - conclude - così come ho inserito gli schizzi del progetto nel pieghevole dedicato ad Emmaus, disegni a china propedeutici alla creazione successiva dei dipinti. Per me il processo creativo parte sempre dalla passione per il tratto: giro sempre con un taccuino in auto per catturare l’immediatezza di ciò che mi colpisce e mi ispira”.

La mostra sarà inaugurata nella ex chiesa del Salice Vecchio sabato 22 novembre alle 17,30 e sarà aperta al pubblico con ingresso libero fino all’8 dicembre il venerdì e il sabato dalle 15,30 alle 19,30, la domenica e l’8 dicembre dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 19,30.